Sant’Egidio, assoluzione Corte dei Conti. La vigilessa: saranno i cittadini a pagare gli effetti di una guerra personale

Sant’Egidio alla Vibrata. E’ il momento di togliersi qualche sassolino dalle scarpe e ripercorrere tutta una serie di vicissitudini che si sono verificate in Comune, nel corso degli ultimi anni, e che hanno anche prodotto procedimenti disciplinari, cause e querele.

 

Nei giorni scorsi in sede di appello la Corte dei Conti, l’agente della polizia locale, la più longeva in servizio, Loredana Camaioni è stata assolta per la vicenda delle sanzioni amministrative finiti in prescrizione per la mancanza delle relativa ingiunzioni. In primo grado l’agente (al pari dell’ex comandante della polizia locale) era stata condannata a rifondere, per danno erariale, 2500 euro. Ora, però, la magistratura contabile ha ribaltato l’esito di primo grado non ravvisando responsabilità in questione. Ma il passaggio dinanzi alla magistratura contabile, però, rappresenta solo una delle situazioni che hanno vista protagonista l’agente di polizia locale. Tutto ha preso forma nel 2013, quando l’allora comandante Ciarrocchi fu collocato in pensione, senza che fu prevista una sostituzione, nonostante un organico esiguo. “ Negli anni”, racconta  Loredana Camaioni, “sono stata costretta ad un lungo processo di destabilizzazione e di isolamento personale e lavorativo, per aver avuto il coraggio di denunciare alle autorità competenti degli illeciti, anche gravi, all’interno dell’amministrazione comunale”.

E in una nota, ricorda i procedimenti penali, gli ordini di servizio per l’emissione delle ingiunzioni e il provvedimento disciplinare irrorato dalla commissione (“i cui componenti erano incompatibili”) con la sospensione dal servizio per due mesi senza stipendio. Anche in questo caso, ne era nato un ricorso dinanzi al giudice del lavoro. Nel frattempo, la Camaioni ricorda le quattro denunce penali e altrettanti provvedimenti disciplinari, non completati per mancanza di prove “ con il solo obiettivo”, chiosa, “ di giungere al mio licenziamento”.

 

Insomma tutto un clima di difficile convivenza con l’organo politico e amministrativo. E poi il ricorso al giudice del lavoro per mettere fine ad una serie di situazioni in ordine alle reali mansioni nel corpo della polizia locale,  con condanna dell’Ente. “Quello che dispiace”, chiosa l’agente di polizia locale, “è che tutte le spese legali dei vari procedimenti saranno pagati dagli ignari cittadini. E certi funzionari non hanno certo operato per il bene comune e della pubblica amministrazione”.

 

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