Avrebbe dovuto essere un punto di snodo importante per il trasporto di merci su gomma, con la possibilità di creare anche insediamenti produttivi vista la vicinanza con il casello autostradale di Santa Lucia. Ma il progetto di fatto è morto prima ancora di nascere, nonostante le procedure di esproprio e i soldi pubblici sborsati per creare l’autoporto, utilizzato più recentemente come sede di drive test anti covid per la vallata del Vomano.
La Regione ha accolto in qualche modo l’appello che era stato lanciato più di due anni fa dal sindaco di Roseto, Sabatino Di Girolamo il quale aveva più volte sollecitato gli organi competenti a prendere in considerazione l’ipotesi di una rivalutazione dell’autoporto, creando dei lotti da assegnare ad imprenditori disposti ad investire sul territorio, in grado anche di offrire posti di lavoro.
Un’ipotesi, quella del primo cittadino rosetano, che prendeva spunta anche da una richiesta ben precisa che era arrivata da un paio di imprenditori disposti a degli investimenti importanti. Certo è che la pandemia ha condizionato tutto e tutti, ma in vista di una ripartenza che sicuramente ci sarà la zona dell’autoporto potrebbe essere riqualificata dando la possibilità, a chi è davvero intenzionato, di realizzare degli opifici.
Entro la fine di giugno si tireranno le somme. Se davvero ci sarà una risposta concreta al bando promosso dalla Regione, per l’autoporto di Santa Lucia si profileranno uno scenario e un futuro completamente diversi.