Si è parlato di fake news, termine inglese per indicare le false notizie, nel convegno organizzato dall’associazione Sguardi del presidente Paolo De Nigris.
Al Centro Piamarta di Roseto si sono ritrovati il presidente dell’Ordine dei Giornalisti d’Abuzzo Stefano Pallotta, il professor Stefano Cianciotta docente di Comunicazione di Crisi Aziendale all’UniTe, Pina Manente ufficio stampa della Provincia. Dinanzi a loro una platea di giovani studenti che fanno uso in ogni momento della giornata dei social. E proprio attraverso i social ormai si assiste ad un proliferare di fake news che modificano la realtà dei fatti.
“Giornalisti non possono essere tutti”, sottolinea Pallotta, “i giornalisti hanno un metodo scientifico, quello della critica delle fonti. Hanno deontologia professionale, hanno delle regole, etiche, da rispettare”.
Per il presidente Pallotta appare piuttosto chiaro anche un intervento del legislatore per mettere un freno ai falsi comunicatori di professione.
“Serve un tipo di legislazione sovranazionale”, ammette, “Perché non basta una legislazione nazionale per bloccare questo fenomeno. Paradossalmente oggi si riscopre il vero ruolo del giornalista, quello che rispetta le regole”.
Per il professor Cianciotta le bufale, ovvero le false notizie, sono sempre esistite, sin dai tempi del cavallo di Troia. Ma esiste una soluzione per capire quando una notizia è reale oppure falsa.
“Mi concentrerei su quella che viene definita la post verità”, ha puntualizzato il docente, “in effetti adesso con un mondo nel quale tutti i cittadini vogliono partecipare, si creano tante voci alternative. Il problema vero è che i giornalisti devono tornare a fare la selezione della gerarchia delle fonti molto significativa”.
Per il presidente dell’associazione Sguardi De Nigris oggi, nell’era in cui i social dominano la vita quotidiana di ciascuno di noi, appare però difficile individuare il confine tra una notizia vera da una falsa.
“E’ difficilissimo, perché la prima fonte di informazione per i più giovani “, dice il presidente, “sono i social media. Penso comunque che oltre alla brevità delle notizie che si trovano in rete, ci siano anche altre fonti di approvvigionamento e di approfondimento che la carta stampata ad esempio propone”.