L’azione del mare è evidente nel tratto che va dalla proprietà Rossi andando in direzione sud, ben oltre “Casa Mataloni”. Una lingua di litorale che non c’è più, ampie porzioni di terreno un tempo coltivati a grano e altri ortaggi cancellate dalla forza erosiva in un tratto di mare, tra Cologna e Roseto, in cui non esiste alcuna protezione.
Non vi sono barriere emerse, tantomeno quelle soffolte che invece sono presenti più a sud, dalla pineta della marchesa Mazzarosa. L’area interessata dal fenomeno erosivo e che ricade appunto all’interno del perimetro della Riserva Naturale del Borsacchio è di proprietà dell’imprenditore teramano Sabatino Cantagalli che aveva acquistato i terreni qualche anno fa dagli eredi Migliorati.
Dinanzi a “Casa Mataloni” esisteva un fronte di oltre 90 metri di arenile che lentamente l’erosione, sempre più accentuata nel tempo, ha cancellato. La linea di costa qui è stata stravolta poiché complessivamente mancano all’appello circa 4 ettari di superficie. In questa zona nel 1984 vennero eseguiti i primi interventi di ripascimento morbido grazie al progetto Aquater, costato circa 14miliardi delle vecchie lire.
Venne sistemato del ghiaino, poi della sabbia, vennero realizzati dei pennelli e fu costruita una barriera sommersa con sacchi riempiti di materiale ecosostenibile per l’epoca ma che col tempo sono stati cancellati. Di quei sacchi sommersi non c’è più alcuna traccia e la loro efficacia è stata abbastanza breve. Il problema è che l’erosione si è accentuata soprattutto negli ultimi 5 anni.
Più volte il proprietario dei terreni ha sollevato il problema con gli organi competenti. Intanto, c’è un dato di fatto: la Riserva si sta assottigliando. Le ultime due mareggiate hanno riportato alla luce una vecchia condotta in amianto che un tempo veniva utilizzata per scaricare a mare acque reflue. Le onde hanno inoltre lambito la recinzione di un’abitazione privata.