Roseto. “Incredibile: il Comune ostacola le ricerche dell’ISPRA sul Fratino in un’area protetta!”
Dura nota alle autorità della Stazione Ornitologica Abruzzese: “così non si può andare avanti, i volontari non bastano serve sorveglianza altrimenti commissariare la gestione della riserva”.
La Stazione Ornitologica Abruzzese ha inviato a Regione, Carabinieri-Forestali, Ministero della Transizione Ecologica, Comune di Roseto e Capitaneria di Porto una dura nota in cui si denuncia lo stato in cui versa la Riserva naturale regionale del Borsacchio.
“Istituita oltre dieci anni fa, non ha mai avuto una gestione attiva da parte delle autorità preposte. Solo grazie ai volontari delle Guide del Borsacchio sono state delimitate le dune e svolte azioni di ogni genere, dal monitoraggio del Fratino all’individuazione e rimozione delle microdiscariche.
Senza una sorveglianza costante i volontari possono ben poco davanti al moltiplicarsi di gesti di incivili. Si va dal vandalismo all’ingresso di cani liberi che distruggono i nidi di fratino, nella seconda area della regione per importanza per la specie.
Il Comune di Roseto da oltre un anno ostacola addirittura lo svolgimento di ricerche scientifiche sul Fratino dell’ISPRA, il massimo organo dello Stato per la ricerca sulla fauna. Infatti, nonostante solleciti e una richiesta del difensore civico regionali, non ha ancora risposto per autorizzare l’inanellatore della Stazione Ornitologica Abruzzese, tra l’altro volontario, a marcare gli individui della specie nell’area protetta. Una vicenda desolante che in altri paesi avrebbe portato alla rimozione dei responsabili visto che si perdono dati fondamentali per la gestione di una specie protetta a livello internazionale per la quale lo Stato italiano ha specifici obblighi nei confronti della UE per quanto attiene al monitoraggio”.
Augusto De Sanctis, consigliere della Stazione Ornitologica Abruzzese, che ha firmato la nota, ha precisato: “Il Comune in primis per legge ha l’onere e l’onore nei confronti della Regione di gestire la riserva. Roseto è una cittadina che può e deve garantire personale destinato alle attività di base che sono l’accoglienza dei visitatori e il controllo dei fenomeni che determinano un impoverimento della biodiversità Non stiamo parlando di una vetta di una montagna ma di luoghi facilmente raggiungibili. Che dovrebbero dire i comuni di 200-300 abitanti che in Abruzzo gestiscono riserve naturali in montagna? Il Comune non ha alcuna scusa così come Carabinieri-forestali e capitaneria di porto devono assicurare una sorveglianza costante. Si moltiplicano segnalazioni di situazioni – ieri l’ultimo caso – che possono anche costituire pericolo per la pubblica incolumità, oltre al fatto che i volontari si espongono a ritorsioni ogni giorno. Così non va, se il comune non riesce a garantire una gestione minima la Regione provveda a commissariare la riserva, come d’altro lato già accaduto in passato per la redazione del Piano di Assetto naturalistico. Ora basta!”, conclude.