I numeri non mentono mai. E spesso sono elemento essenziale di valutazione. Come nel caso delle iniziative organizzate all’interno della Riserva Naturale del Borsacchio grazie all’impegno di un manipolo di volontari, e alla costanza messa in campo da Marco Borgatti, direttore delle Guide del Borsacchio.
Il 2019 è stato l’anno dei record per la Riserva Borsacchio. Nonostante le difficoltà legate ad una serie di aspetti. A cominciare dalla totale assenza di una sede fisica per l’organizzazione degli eventi e lavorare da volontari senza alcun contributo. Le Guide del Borsacchio hanno scelto nel 2019 di partire con le attività da gennaio per destagionalizzare il turismo e creare un circolo virtuoso per le attività della Riserva.
Da gennaio ad oggi fra escursioni, laboratori, manifestazioni, pulizie a mano e progetti di tutela sono state coinvolte oltre 5000 persone. Sono persino arrivati docenti dalla Germania per programmare il 2020, anche gite scolastiche organizzate da vari istituti di regioni vicine e lontane. Quest’anno ad esempio sono arrivati studenti da Piacenza.
Ieri l’ennesima iniziativa di successo, l’escursione all’ulivo secolare, tra Roseto e Cologna, la risalita verso quel luogo in cui alla fine dell’800 un contadino rinvenne un elmo ostrogoto. Per quanto riguarda l’ulivo, resiste da oltre 500 anni. Ma forse è ancor più longevo. Un piccolo fiume umano ha preso parte all’escursione. Turisti, residenti con bambini al seguito hanno ammirato il paesaggio collinare e un panorama straordinario. Soddisfatti gli organizzatori dell’iniziativa che hanno a cuore le sorti della Riserva.
La salvaguardia del fratino, il piccolo trampoliere simbolo della Riserva stessa, del raro giglio di mare, del territorio intero ripulendo antichi percorsi e raccogliendo i rifiuti che i soliti incivili abbandonano. A questo punto sono in molti a chiedersi perché ad oggi la Riserva Naturale del Borsacchio non abbia ancora un organo di gestione e che fine abbia fatto il famoso PAN, il piano di assetto naturalistico.