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Cronaca Teramo

Roseto, edifici scolastici in disuso venduti ai privati. Il Comune pensa all’alienazione

Il Comune di Roseto ha necessità di fare cassa per far quadrare i conti in bilancio e saldare un deficit di 2milioni di euro.

Saltate le aste per la vendita del terreno sul lungomare sud che era stato valutato inizialmente poco più di 2milioni, l’amministrazione rosetana sta ora pensando di mettere in campo una serie di strategie per l’alienazione di beni comunali che non vengono utilizzati. Soprattutto alcune scuole.

Come quella della zona Borsacchio, in disuso da anni e che sino al 2013 ha ospitato una famiglia in cerca di una casa prima di essere costretta ad abbandonare l’edificio per l’instabilità del tetto. Nell’elenco dei beni alienabili finirebbe anche la scuola di Piane Tordino, tenuto conto che i bambini che frequentano ancora questo piccolo plesso potrebbero essere definitivamente trasferiti nella scuola di Cologna Spiaggia.

La valutazione delle due strutture non dovrebbe superare i 300-350mila euro. E non è la prima volta che viene avanzata l’idea di alienare parte del patrimonio dell’Ente per sanare le casse comunali.

Ipotesi che era stata valutata già dall’allora sindaco Enio Pavone. Ma poi non se ne fece più nulla. Ci sarebbero anche altri immobili, sempre ovviamente di proprietà del Comune di Roseto, che potrebbero essere ceduti a privati. Tra questi, ad esempio, il vecchio mercato coperto di via Latini.

Per quanto riguarda il terreno sul lungomare sud, quello che un tempo ospitava le attività circensi e che non è stato venduto con ben 5 aste andate deserte, l’amministrazione rosetana sta rivedendo al ribasso la valutazione dell’area, di oltre 5mila metri quadrati. Si era pensato inizialmente ad una lottizzazione per una vendita frazionata. Che però penalizzerebbe grandi investitori.

Quindi l’ipotesi che è stata presa in considerazione in questi giorni è quella di abbassare ulteriormente il valore dell’area, arrivando ad una cifra che oscillerebbe tra il milione e 300mila e il milione e mezzo di euro. Partendo da questa nuova base potrebbe essere riproposta l’asta invogliando potenziali acquirenti.