Si è aperto a Teramo il processo per falso ideologico che vede imputato il comandante della Polizia Municipale di Roseto degli Abruzzi, Tarcisio Cava, accusato di aver attestato “falsamente l’impossibilità di procedere alla contestazione immediata dell’infrazione”, secondo la procura “omettendo di procedere all’immediata contestazione”, con i verbali inviati solo successivamente a casa degli automobilisti.
Sotto accusa decine di verbali redatti tra ottobre e dicembre 2013 relativi a infrazioni rilevate al semaforo di piazza Ungheria e a quello lungo la statale 150, all’altezza di Campo a mare.
Nell’udienza di oggi c’è stata, oltre all’ammissione dei mezzi di prova, la costituzione di parte civile di alcuni automobilisti multati, che si aggiungono a quelli che si erano già costituiti in sede di udienza preliminare.
Il Comune di Roseto degli Abruzzi ha deciso di non costituirsi parte civile “sia perché sulla vicenda c’è già un procedimento della Corte dei Conti – ha detto il sindaco, Sabatino Di Girolamo – sia perché, nel caso in cui venga riconosciuta la responsabilità del comandante, il Comune potrà ricorrere ad altri strumenti per tutelarsi”.
Contro alcune multe in tanti hanno già fatto ricorso al giudice di pace: oltre 500 di questi ricorsi, hanno ricordato due giorni fa i consiglieri comunali di opposizione, “si sono conclusi con l’annullamento dei verbali e con la condanna anche alle spese legali da parte dell’Ente”.