L’incontro è stato richiesto all’esponente di Ferrovie Italiane dal sindaco che ha voluto chiarimenti circa il progetto di Rfi di realizzare pannelli antirumore lungo la tratta ferroviaria di competenza del comune di Roseto.
“Abbiamo appreso che il Comune di Roseto rientra in un primo lotto di interventi che Rfi ha in animo di realizzare sulla corsia adriatica e naturalmente siamo fortemente preoccupati – dichiara il sindaco – visto che l’intervento appare for-temente impattante e volevamo capire il perimetro entro cui il Comune di Roseto può muoversi per fare l’interesse dei cittadini che abitano nelle aree limitrofe e dell’intera città”.
“L’azienda – ha spiegato l’esponente di Rfi – è obbligata all’attuazione di un piano di risanamento acustico stabilito con la legge 447 del 97 e poi ancora da un decreto Ambiente del 29 novembre del 2000 che stabilisce i criteri con cui abbattere i rumori. Trattandosi dunque di un obbligo di legge, è evidente che i Comuni hanno un potere di trattativa piuttosto risicato visto che come amministrazione ci si può opporre a questo intervento solo con un parere motivato la cui decisione finale verrebbe poi rimessa in sede di Consiglio dei Ministri. L’investimento, per il solo Comune di Roseto, si aggira sui 57 milioni di euro e prevede l’installazione di barriere modulari di mezzo metro in altezza che, a partire dallo zero del binario, vanno dai 4 agli 8 metri di altezza in proporzione all’altezza dei fabbricati che bisogna sanare dal punto di vista acustico”.
Peraltro nel corso dell’incontro, è stato fatto presente che la legge non impone barriere belle, ma acusticamente funzionanti, e dunque eventuali soluzioni di pannellature trasparenti, potrebbero anche essere chieste tra le prescrizioni del Comune, ma queste non garantirebbero le stesse percentuali minime di copertura che invece potrebbero garantire le lamiere forate fonoassorbenti.
“E’ evidente che questa amministrazione – dichiara Di Girolamo – da sempre sensibile alle tematiche ambientali, e impegnata nel risanamento di vecchi strappi urbanistici, non ha intenzione di subire un progetto che provocherebbe una ulteriore divaricazione della città dopo la nazionale che separa il centro dalla costa. L’idea di un muro di sovietica memoria impensierisce, e non poco, questa amministrazione che adesso si riserva di discutere politicamente del problema e delle azioni da mettere in campo su questo pro-gramma che, seppur ritenuto necessario da Rfi per il risanamento e forse anche per ri-pararsi da onerosi contenziosi, rappresenta per Roseto un intervento incompatibile con le politiche assunte sin qui con il Pan, con il Piano regolatore che andremo a redigere, con il piano particolareggiato di Roseto centro e con il piano demaniale”.