Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta agli ascolani del comitato per il sì al referendum per l’annessione di Valle Castellana alla Regione Marche.
Cari fratelli e sorelle Ascolani,
con Decreto del Presidente della Repubblica del 16 gennaio 2020 è stato indetto per il prossimo 8 marzo il referendum, ai sensi dell’art. 132, secondo comma, della Costituzione, per il distacco del Comune di Valle Castellana dalla Regione Abruzzo e la sua aggregazione alla Regione Marche.
Per le generazioni che da oltre un secolo si sono battute per giungere a questo giorno si tratta di un’occasione irripetibile per conseguire un obiettivo agognato: risale infatti al 13 dicembre 1891 la prima delibera con cui il Consiglio Comunale di Valle Castellana, “… Considerando che questo Comune è sempre stato tenuto in oblio dalla Provincia di Teramo” decise all’unanimità di “farsi voto al Governo del Re, perché tenute presenti le giuste e innegabili considerazioni svolte nel presente deliberato, voglia decretare la segregazione del Comune di Valle Castellana dalla Provincia di Teramo, e susseguente aggregazione a quella di Ascoli Piceno”.
Un nostro illustre e autorevole concittadino ha di recente definito l’appuntamento dell’8 marzo prossimo come una “opportunità unica per la ricongiunzione economica, territoriale, culturale e religiosa con i fratelli Ascolani”.
I cittadini di Valle Castellana riuniti in questo Comitato, nella certezza che il passaggio alla Regione Marche rappresenti il miglior investimento possibile per il futuro della propria comunità, si sono battuti fino ad oggi con le proprie modeste capacità e scarsissime risorse, ottenendo, con il voto unanime del Consiglio Comunale espresso nella seduta del 29 giugno 2019, che la consultazione venisse convocata.
Ma ora la contesa si sta facendo impari.
Per molti aspetti le doglianze che produssero quel primo pronunciamento del 1891 sono ancora attuali e le gravi questioni che allora vennero sollevate non hanno ancora trovato una soluzione. Ad esse tante se ne sono aggiunte negli anni e ora la misura è colma.
Dopo decenni di assoluto silenzio e massima trascuratezza, oggi, con l’approssimarsi della consultazione referendaria, i massimi esponenti della Regione Abruzzo e della Provincia di Teramo si indirizzano sempre più di frequente ai nostri concittadini, non già per accomiatarsi educatamente, chiedendo scusa per l’abbandono in cui ci hanno sempre relegati e per averci considerati come ospiti
indesiderati, bensì per promettere futuri grandi investimenti, la prossima esecuzione di opere che invano abbiamo invocato da decenni, per assicurare che verranno risolti in breve quei problemi atavici che la loro noncuranza ha generato o aggravato nel tempo.
Queste vane promesse, che certamente non cancellano nel nostro ricordo quanto è accaduto fino ad oggi e non ci fanno deflettere minimamente dal nostro obiettivo, sono accompagnate da un grottesco richiamo a una inesistente “abruzzesità” della nostra terra, una mozione degli affetti che non ha alcun fondamento storico, se è vero,come è vero, che da almeno tremila anni, fin dall’epoca
dei Piceni, le nostre terre, le nostre genti e le nostre sorti sono state sempre strettamente legate a quelle della città di Ascoli, e fin dalla fondazione stessa di Valle Castellana, allorquando, nel 1285, gli abitanti di Ceresia, Sorbo, Stornazzano e Rosaio, riuniti dinanzi alla Chiesa dell’Annunziata, con pubblico atto decisero di dare il nome al paese e di chiedere la cittadinanza ascolana.
Oggi, nel momento in cui le sorti della nostra collettività si decidono, nel momento in cui si sceglie tra il restare in una condizione di abbandono e di minorità, ovvero di riunirci anche amministrativamente a una collettività, quella Ascolana e Picena, di cui siamo e saremo sempre parte viva e integrante, ci rivolgiamo fiduciosamente a Voi affinché vogliate portare il Vostro fondamentale contributo alla nostra causa che – ne siamo certi – non Vi trova indifferenti. I nostri concittadini più titubanti, ormai assuefatti all’ignavia e alla noncuranza degli Abruzzesi, chiedono di essere rassicurati circa il futuro impegno dei marchigiani per contribuire allo scioglimento di quei nodi da sempre irrisolti, e avere chiara rappresentazione dei vantaggi che deriveranno dall’aggregazione di Valle Castellana alla Regione Marche.
Vi preghiamo quindi di far udire al più presto la Vostra voce per illustrare, nei modi che riterrete opportuni, le mille ragioni – a Voi ben note – che militano, sia nell’interesse degli abitanti di Valle Castellana, sia di quelli della Provincia di Ascoli Piceno e della Regione Marche, in favore della partecipazione alla consultazione referendaria e del voto favorevole all’adesione alla Regione Marche.
Da parte nostra Vi giunga, con i sensi del nostro fraterno affetto, il caloroso invito a partecipare alle tre manifestazioni pubbliche che stiamo organizzando per la fase finale della campagna referendaria, che si terranno presso il Capoluogo di Valle Castellana e nelle frazioni di Pietralta e Villa Franca, in date che fisseremo e comunicheremo nei prossimi giorni.
Restando in fiduciosa attesa, Vi invitiamo a mettervi in contatto con il Comitato e Vi porgiamo i nostri più cari saluti.
Comitato “Valle Castellana nelle Marche”
L.R.P.T Dott. Biagio Caponi