Il paziente, un sessantenne di Controguerra con diverse patologie pregresse, si era rivolto al reparto, diretto da Vittorio Di Cesare, per una brutta rottura della cuffia dei rotatori che da tempo non gli permetteva di dormire e lavorare liberamente. L’intervento, il primo del genere alla Asl di Teramo ed eseguito dall’ortopedico Daniele De Amicis con l’ausilio dei colleghi Gaetano Dragani e Bernardino Bernardini, è consistito nella sutura in artroscopia della cuffia dei rotatori con ancora in titanio, su cui è stata applicata, sempre in artroscopia, una nuova membrana bioinduttiva (Regeneten) su base collagenica disponibile da poco in Italia, ma molto utilizzata all’estero, in particolare in America. La membrana, posta sul tendine, ne aiuta la ricostituzione biologica.
“Questo bio-impianto”, spiega infatti De Amicis, “sostiene e stimola la guarigione della lesione tendinea, rispettando la biologia dello stesso e favorendo un risultato funzionale qualitativamente superiore rispetto alla semplice ricostruzione della cuffia”. “La Asl di Teramo vuol rimanere all’avanguardia in ambito ortopedico, sia in campo rigenerativo che per la chirurgia di ultima generazione, fornendo il necessario supporto all’attività dei chirurghi. In questo modo diamo risposte puntuali alla richiesta di salute della popolazione che non ha più bisogno di rivolgersi a strutture extraregionali”, sottolinea il direttore generale della Asl, Maurizio Di Giosia.
“L’utilizzo di nuove tecniche chirurgiche”, aggiunge Di Cesare, “dimostra il sempre maggiore interesse della comunità scientifica nei confronti della biologia tissutale in tutti i distretti corporei. L’unità operativa di Ortopedia dell’ospedale di Sant’Omero si dimostra al passo coi tempi in questo senso, come già era stato fatto con i fattori di crescita di derivazione piastrinica _cioè il gel piastrinico che possiede fattori di crescita che facilitano la rigenerazione tendinea e cartilaginea nei distretti in cui viene applicato _ ed ora con l’introduzione di questo nuovo bio-impianto”.
I risultati dello studio, portato avanti con l’ausilio dell’Università dell’Aquila, verranno poi condivisi con la comunità scientifica nel congresso regionale SICSeG previsto per ottobre.