Prelievi di sabbia per il ripascimento: il Cogevo annuncia battaglia

Da una parte c’è il confronto, in essere, sulle tipologie di intervento anti-erosione da praticare (tra tutti la questione di Alba Adriatica) sul litorale. Dall’altra, poi, c’è il tema che si ripropone a scadenze periodiche e ruota attorno a punti di prelievo in mare della sabbia che poi dovrà essere “sparata” sugli arenili.

 

E in vista di una serie di attività di ripascimento che, necessariamente, dovranno essere previste per l’imminente stagione balneare (oltre alla nota creazione della spiaggia di alimentazione) il Cogevo, il consorzio al quale aderiscono 82 imprese dedite alla pesca delle vongole, torna a far sentire la propria voce. Il presidente Giovanni Di Mattia, negli ultimi giorni, attraverso l’ufficio legale ha scritto una nota alla Regione, manifestando tutte le proprie perplessità sulla scelta di prevedere forme di prelievo di sabbia ad un miglio della costa. In passato le imbarcazioni, nel piano di ripopolamento dei molluschi bivalvi, aveva provveduto preventivamente a spostare le vongole dai punti di prelievo per non vanificare le attività programmate.

 

Ma ora, pare, che questo percorso non sia percorribile, anche per un fattore temporale. “Ci si ostina a prevedere forme di ripascimento”, sottolinea Di Mattia, “ che in passato non hanno avuto effetti tangibili. La tutela delle zone di pesca appare un elemento da tenere in debita considerazione, al pari delle esigenze dei balneari che necessitano la ricostituzione delle spiagge. Ma la scelta dei punti di prelievo andava concordata prima. Perché non si prendono in considerazione strade alternative? Dal dragaggio dei porti o di effettuare prelievi, al limite al largo, e non nelle zone di pesca, o utilizzando sabbia di cava”. E sotto questo aspetto il vice-presidente della Regione, Emanuele Imprudente, ha chiesto ai portatori di interesse di far pervenire, entro il 29 marzo, le proprie considerazioni sul prelievo di sabbia per dar corso alle attività in questione.

 

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