Popolare di Bari, D’Alberto (Anci): azzerare il tavolo industriale e convocare il tavolo di crisi

Lettera del Presidente di Anci Abruzzo Gianguido D’Alberto al Segretario della Commissione Finanze Camera dei Deputati Claudio Mancini, al Presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, ai Capigruppo consiliari della Regione Abruzzo, ai Parlamentari abruzzesi.

 

Le notizie che giungono sul Piano Industriale della Banca Popolare di Bari presentato dai Commissari sono allarmanti ed inaccettabili. Il piano prevede la chiusura di 39 filiali su 94 in Abruzzo, 900 esuberi e 510 risorse destinate alla mobilità territoriale e/o riconversione professionale da individuare nell’ambito del gruppo. Questa impostazione è assolutamente penalizzante per l’economia abruzzese e oggi ancor più improponibile con le dinamiche economiche e sociali che si stanno producendo nel nostro tessuto economico territoriale con l’emergenza Coronavirus.

 

“Sia Tercas che Caripe”, si legge nella lettera, “non sono stati la causa della crisi aziendale, anzi la loro diffusione capillare sul territorio abruzzese può essere il punto di ripartenza delle nuove esigenze del credito per il rilancio del dopo pandemia. Impoverire la rete di erogazione del credito sarebbe un duro colpo alla realtà delle nostre imprese, si tratta di una rinuncia inconcepibile alla funzione di presidio di una Banca radicata in Abruzzo e che costituisce una risorsa per il sistema economico e finanziario della regione.

I criteri che hanno portato a questo Piano vanno accantonati, occorre riprendere una nuova trattativa azzerandolo. Anci Abruzzo si fa promotore e chiede alle Istituzioni interessate di prendere una forte iniziativa, una mobilitazione per avere la costituzione e la convocazione di un tavolo di crisi con i Commissari della Banca Popolare di Bari che veda protagonisti gli Enti locali interessati (Comuni e Regioni), i Parlamentari e le Organizzazioni sindacali per fare sentire alta e forte la voce dell’ Abruzzo in questa delicata vertenza. Saremo al fianco dei lavoratori e della nostra economia per difendere la dimensione strategica e sociale di questa battaglia”.

 

 

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