L’amministrazione comunale, su sollecitazione dei cittadini, degli operatori turistici della zona e delle stesse forze di opposizione, ha deciso di sposare la tesi secondo cui per risolvere il problema bisogna intervenire con la sistemazione delle scogliere, rinunciando al progetto dei pennelli perpendicolari. La Regione dal canto suo ha già dato assicurazioni che la richiesta del Comune di Pineto verrà presa in esame nelle prossime settimane perché l’intenzione è quella di stanziare ulteriori fondi, oltre al milione messo a disposizione lo scorso anno, per la costruzione delle barriere. Opere che dovranno essere eseguite prima della prossima stagione estiva.
La fascia costiere pinetese è priva di barriere frangiflutto al largo. Nel tempo ha conservato una linea di costa pressoché immutata, soprattutto a sud del torrente Calvano. Anzi, nella zona dell’Area Marina Protetta del Cerrano, proprio dinanzi alla torre, c’è stato un costante deposito di sedimenti. Qui l’erosione non si avverte.
Ma a nord della foce del Calvano, quindi nel quartiere di Villa Ardente, negli ultimi 5 anni l’erosione ha spazzato via metri e metri di arenile. Un fenomeno che si è accentuato soprattutto dopo il posizionamento del pennello per il contenimento della ghiaia. La mareggiata dello scorso mese di febbraio è stata poi deleteria, con danni non solo alle concessioni demaniali, ma anche alla pineta Catucci.
Gli operatori hanno sempre chiesto le scogliere per fronteggiare il fenomeno erosivo. Ora saranno accontentati. Ma non tutti sono d’accordo. Perché i proprietari degli stabilimenti balneari più a sud temono che l’erosione possa spostarsi da queste parti una volta realizzate le scogliere a Villa Ardente.