Teramo. Nei giorni scorsi si è tenuto l’incontro richiesto dalle organizzazioni sindacali con il Ministero dell’istruzione e l’INPS per fare il punto sullo stato di lavorazione delle domande di pensionamento previste per il prossimo anno scolastico. Le domande accolte sono state oltre 40.000 (30.000 docenti, 9.000 ATA , 500 docenti religione cattolica,350 dirigenti scolastici,100 educatori),
L’Ambito territoriale provinciale di Teramo, fa sapere la Flc Cgil Teramo, ha comunicato che dal 1° settembre 2020, per la provincia di Teramo, andranno in pensione 226 lavoratori della scuola così suddivisi:
– Docenti 178 (Infanzia 31; Primaria 64; Medie 37; Superiori 46)
– Personale ATA 45 (DSGA 3)
– Dirigenti scolastici 3
“Tra le posizioni per le quali è stato certificato il diritto a pensione, solo il 37,61% ha la certezza del pagamento corretto a settembre. Questo perchè purtroppo le scuole sono costrette a utilizzare il sistema passweb. L’imposizione di questo applicativo implica lavoro non concordato con le istituzioni scolastiche e l’assunzione di responsabilità da parte delle segreterie nell’inserimento di dati, necessari all’istituto ai fini della certificazione del diritto, quando essi dovrebbero essere acquisiti dall’istituto tramite un dialogo diretto con le piattaforme dati a disposizione del MI”.
“Comunque”, aggiunge il sindacato, “i pensionamenti liberano posti che saranno utilizzati sia per i trasferimenti che per le immissione in ruolo. Purtroppo molte sono le classi di concorso scoperte per mancanza di graduatorie sia concorsuali sia ad esaurimento. E dunque ci saranno ancora tanti supplenti che parteciperanno al balletto delle nomine e non potranno consentire un organico stabile, presupposto indispensabile per la continuità didattica. Del resto il continuo rinvio dei concorsi e le scelte parlamentari fatte sul tema delle abilitazioni riservate non a garantiranno agli studenti, al rientro il primo settembre, la presenza di tutti i docenti che dovrebbero esserci. Inoltre, le misure di distanziamento comporteranno problemi all’organizzazione scolastica e probabile riduzione del tempo scuola. Abbiamo bisogno, invece, di un sistema ordinario di reclutamento e di risorse significative per garantire agli studenti e alle studentesse una scuola di qualità”.
“La drammatica e dolorosa esperienza della pandemia”, conclude la Flc Cgil, “ci ha insegnato che vanno fatti interventi sostanziali sulla scuola, settore pubblico fondamentale per il nostro Paese che, al pari di altri diritti sociali, come ad esempio quello alla salute, garantisce il diritto costituzionalmente all’istruzione, pilastro indispensabile della nostra democrazia e della crescita civile”.