Operaio morto a Teramo, si indaga sul ponteggio e sistemi di sicurezza

Dopo l’incidente di ieri pomeriggio in cui ha perso la vita Ibrahima Dramè, 24enne senegalese precipitato per dieci metri da una impalcatura nel cantiere della chiesa di Sant’Agostino, la procura di Teramo indaga a tutto campo.

Potrebbero arrivare nelle prossime ore i primi avvisi di garanzia in vista dell’autopsia che sarà eseguita sul corpo del giovane: un atto dovuto per consentire di nominare consulenti alle varie parti che saranno nell’eventualità chiamate in causa, in presenza di un esame irripetibile.

La polizia municipale sta nel frattempo approfondendo diversi aspetti: dalla tenuta del ponteggio e la ditta che l’ha montato (la stessa Alba Restauri o un’azienda specializzata?) con rilascio delle relative autorizzazioni, ai sistemi di sicurezza impiegati (non è sempre necessaria l’imbracatura, ad esempio). Ovviamente si valuta anche la preparazione degli operai e se ci possa essere stata imperizia in alcuni passaggi.

Tutti approfondimenti oggetto di riscontri nel fascicolo aperto a firma del sostituto procuratore Enrica Medori. L’area di via Vezzola rimane chiusa al traffico e sotto sequestro per consentire di svolgere gli accertamenti del caso.

Nel frattempo si registrano altre note di cordoglio sul drammatico incidente.

“È difficile trovare le parole giuste per affrontare lucidamente questa ennesima tragedia che ha colpito la nostra città – le affermazioni del Centro Politico – Nella nostra comunità i sensi di impotenza e fatalità hanno trovato già risposta a tutte le domande del caso, creando nell’opinione pubblica un rimpallarsi di domande. Questo ragazzo era preparato a salire sui ponteggi? Era forse spericolato?  Tutte domande legittime. Nessuno però si è domandato: ma chi è che verifica se erano presenti le condizioni per lavorare in sicurezza? Chi deve mettere pressione alle ditte per verificare se gli operai lavorano con tutti i crismi? Quando è passata la “sicurezza” l’ultima volta nel cantiere? Molti di noi sono operai e possiamo affermare che di controlli nei posti di lavoro ne vediamo pochi o nessuno. Forse questo senso di invulnerabilità che i padroni sentono nei confronti di chi deve effettuare i controlli è una minaccia alla vita di lavoratori e lavoratrici? A L’Aquila il cantiere più grande d’Europa i controlli sono serrati e quotidiani. Chiediamo lo stesso in tutta Italia e anche se qualcuno storcerà il naso non ci dispiace: le nostre vite valgono più di ogni palazzina, di ogni quattrino e se il cantiere non è stato ispezionato e non viene controllato non deve aprire. Basta morire di lavoro. Chiediamo alle Istituzioni, se davvero si preoccupano della popolazione, uno stop ai cantieri fino a che tutti non vengano controllati. Il profitto non deve più uccidere”.

 

“Dalle prime notizie sembrerebbe si sia trattato di un cedimento di parte dell’impalcatura ad un’altezza di oltre 10 metri, che non ha dato scampo al giovane operaio precipitato a terra – sottolinea la Fillea Cgil Teramo – Gravissimo e tragico fatto che ripropone il tema del diritto alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, mai risolto appieno e che chiama in causa le responsabilità per una morte inaccettabile. Non ci sono ragioni che possono spiegare la perdita di una vita umana sul posto di lavoro, vanno accertate tutte le responsabilità per fare luce su quanto accaduto e perché non si ripetano simili tragedie. Il settore delle costruzioni è tra quelli più a rischio di infortunio, proprio per questo la filiera delle attività edili è dotata di strumenti specifici di prevenzione del rischio e degli illeciti che risiedono nella bilateralità con le Casse Edili e nelle disposizioni dei protocolli di legalità che discendono da normative speciali. Ciò evidentemente non basta, bisogna incidere maggiormente con le attività di controllo e rafforzare la vigilanza attraverso gli organismi istituzionali ed ispettivi preposti. La Fillea – Cgil chiede da sempre l’istituzione della patente a punti per le imprese del settore e l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro. La sicurezza e la tutela della salute devono diventare l’ordine del giorno in ogni luogo di lavoro e devono assumere rilevanza sociale e culturale, quale valore e diritto fondamentale dell’individuo tutelato dalla Costituzione. Esprimiamo forte condanna per l’accaduto nel cantiere edile a Teramo e tutta la nostra umana vicinanza per la perdita della giovane vita del lavoratore”.

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