La prima sezione penale della Cassazione ha stabilito che ci sarà un nuovo processo per Vincenzo Paduano, il 27enne guardia giurata reo confesso dell’omicidio di Sara Di Pietrantonio, la giovane bruciata viva a Roma tre anni fa.
La Cassazione ha così accolto la richiesta della procura generale che, durante la requisitoria, aveva avanzato l’ipotesi di valutare l’inasprimento della condanna a 30 anni della Corte di Appello di Roma, sentenza di secondo grado arrivata con rito abbreviato ed adesso annullata dalla Cassazione.
Per la procura generale infatti sussiste lo stalking come reato autonomo rispetto all’omicidio. I giudici di secondo grado avevano diminuito la pena (rispetto all’ergastolo inflitto dalla Corte d’Assise), perché avevano ritenuto lo stalking assorbito nell’omicidio. Un’interpretazione errata per la Suprema Corte. Ora Paduano rischia l’ergastolo.
Sara aveva 22 anni e studiava a L’Aquila. Spesso tornava nel teramano per salutare i parenti.
Il nonno paterno infatti era nato a Bisenti, prima di trasferirsi a Roma nel 1956 insieme al resto della famiglia.
Anche ad Arsita ci sono parenti ed amici della famiglia di Sara.
Paduano non si era rassegnato alla fine della loro relazione.