Notaresco, bar chiuso per assembramenti: la lettera di scuse (e di ringraziamento) dell’esercente

Notaresco. Una lunga lettera, per ringraziare chi lo ha sostenuto in questi giorni (dopo la chiusura del bar disposta dalla prefettura per assembramento), per coloro che hanno avviato una raccolta fondi a livello cittadino.

Ma anche nei confronti delle forze dell’ordine e delle istituzioni.

Senza mettere da parte le proprie responsabilità in un momento, dopo la lunga chiusura, certamente non semplice e che forse ha portato a sottovalutare delle situazioni che si sono generate.

Angelo Marini, titolare del Caffè Imperiale di Notaresco ha diffuso una lettera aperta per raccontare le sue sensazioni e il suo stato d’animo e per ringraziare coloro che lo hanno sostenuto in queste settimane, anche sul piano della vicinanza umana. E per far capire che la vicenda ha accresciuto il proprio senso civico.

La lettera

“Sono trascorsi ormai diversi giorni da quando l’attività che gestisco a Notaresco ha chiuso le porte”, scrive Angelo Marini.

“Dopo il provvedimento della prefettura che ha ulteriormente dilatato i tempi di riapertura del bar, mi sono visto sommerso da infinite dimostrazioni d’affetto da parte di tutta la comunità notareschina: amici, parenti, clienti e commercianti.

Voglio pubblicamente ringraziare tutti coloro che si sono adoperati per far sì che tale chiusura non gravasse troppo su di me e sulla mia famiglia, voglio ringraziare coloro i quali hanno messo in moto una raccolta fondi per l’intero paese.

Al contempo ci tengo però a precisare che quanto accertato dai carabinieri la sera del 18 maggio corrisponde a realtà e le mie colpe, seppur assolutamente non dolose e dovute ad un momento particolare, sono evidenti.

Sono realmente dispiaciuto, addolorato e pentito per il mio atteggiamento immaturo e rischioso, non era mia intenzione generare disagi e dissapori che potessero dare l’idea di una persona superficiale in un momento delicato e difficile come quello che stiamo vivendo”.

Situazione difficile. “Purtroppo la situazione è stata più grande di quello che immaginavo e siamo stati, me in primis, presi dall’enfasi di una riconcessa libertà che avesse la parvenza di quella normalità ormai persa da più di due mesi; due mesi in cui chiunque si è trovato a vivere un periodo di difficoltà estrema seppur necessaria”, scrive ancora.

“Io stesso ho dovuto trovare nuove soluzioni economiche e di vita in generale per cercare di rimanere psico fisicamente stabili in famiglia e con i miei cari ed ammetto che non sempre ci son riuscito.

Oggi sono qui e chiedo scusa per il mio atteggiamento poco consono al momento e sicuramente irrispettoso nei confronti dei carabinieri che stavano semplicemente svolgendo le proprie funzioni per far sì che la salute di tutti venisse al meglio tutelata.

Un atteggiamento il mio, condizionato dall’indescrivibile felicità di poter di nuovo calpestare la pedana di quel bancone che da 15 anni ormai fa parte della mia essenza, come poter servire amici e clienti e tornare ad incrociare quegli sguardi pieni di gioia è stato come tornare a quando eravamo davvero spensierati.

Richiesta di poter anticipare la riapertura. “Ho fatto tutto quanto era nelle mie possibilità per far sì che il locale oggi sia nelle condizioni idonee a svolgere il servizio per il quale è abilitato, presentando tutti i documenti necessari al Comune e alle forze dell’ordine con la speranza che ci sia una diminuzione dei giorni di chiusura a me imposti”, aggiunge l’esercente.

“Sono certo che, quando e se potrò di nuovo riaprire quella benedetta saracinesca, avrò sicuramente un atteggiamento diverso, più ligio, autorevole e coscienzioso, osservando con precisione scrupolosa tutte le leggi in vigore attualmente, quelle stesse leggi che ci hanno permesso di non finire definitivamente nel baratro più buio.

Porterò dentro me, per i miei figli e per tutti questa lezione, certo che ha contribuito fortemente ad accrescere il mio senso civico e la mia maturità che purtroppo non mi hanno contraddistinto quella sera.

Sono sinceramente pentito e non lo dico solo per le conseguenze economiche inevitabili che questa chiusura ha generato, ma anche e soprattutto perché sono consapevole di aver messo in pericolo la sicurezza mia, della mia famiglia e di tutti quei clienti, soprattutto di quelli più giovani ai quali avrei dovuto far da padre e non da esempio negativo.

Quindici anni fa avevo un sogno e l’ho realizzato, oggi, per errore mio sto rischiando di vederlo svanire nel nulla ed il desiderio più grande che ho e di incrociare ancora quegli sguardi felici dei miei clienti mentre porgo loro un buon caffè.

Ringrazio i Carabinieri di Notaresco e tutte le istituzioni che con buon senso e vicinanza non mi hanno mai lasciato solo”.

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