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Cronaca Teramo

Nasce il comitato di frazione a San Nicolò. L’intervento

Dopo mesi di lavoro di base svolto dal Nucleo promotore, articolatosi in assemblee pubbliche settimanali in piazza Progresso, contatti, riunioni, corsi di formazione, confronti con gli scettici, polemiche e qualche scontro dovuti alla saccenteria di qualcuno, quasi il 13% degli elettori della Frazione ha eletto il proprio Comitato.

 

La percentuale è superiore a quella media registrata negli altri comuni in cui questo modello è stato adottato dai cittadini, ma è anche oggetto di invidia di vari partiti che queste percentuali se le sognano la notte. Anzi, aggiungiamo, secondo i nostri studi del fenomeno associativo democratico-partecipativo, il 60% di chi vota per i comitati di quartiere secondo questo modello è formato da elettori che non votano più per questi partiti.

È lontana mille miglia da noi l’idea che, per questo, si può fare a meno dei partiti politici. Chi ci conosce sa che per noi queste esperienze dovrebbero servire anche ad essi per trovare la strada del rinnovamento e del potenziamento della loro democrazia interna, e rinascere come intellettuale collettivo (Gramsci docet). Non v’è democrazia rappresentativa senza di essi.

E non siamo fra quelli che propugnano incoltamente, al suo posto, la c.d. democrazia “diretta” senza sapere, spesso, di cosa si stia parlando (Rousseau non bisogna solo citarlo, bisognerebbe anche leggerlo…). A San Nicolo’, piuttosto, il 16 settembre si è scritta una bellissima pagina di partecipazione popolare con la costituzione di un organismo nato dalla base, lontano dalle logiche autoreferenziali degli attuali partiti politici; esso si insedia non come un nuovo partito di opposizione, né di maggioranza rispetto al Comune, ma come soggetto politico di base con l’unico scopo di promuovere la partecipazione effettiva dei cittadini alle attività amministrative e politiche che interesseranno quella collettività locale.

L’effettiva partecipazione di tutti «all’organizzazione politica, economica e sociale del paese», infatti, come l’art. 3 2° comma della Costituzione ha programmato da tempo (lo dico per i propugnatori della sovranità delegata a questi partiti ritenuti depositari esclusivi della politica), è uno dei due modi fondamentali di esercizio della sovranità che, mai si dimentichi, appartiene al popolo.

L’esperienza di San Nicolo’ è la vittoria di un modello convintamente costituzionalista. Che viene dai cittadini e resta nelle loro mani attraverso la prevalenza della loro soggettività.

Questa si esalta nel primato delle assemblee cittadine che decidono, e nel ruolo propugnatore e propositivo del Comitato eletto. Un modello che in provincia di Teramo non è certo il solo (a Silvi e a Giulianova lo si sperimenta, fra alti e bassi, da diversi anni), ma che può essere di impulso a realtà nuove da creare e ad altre che si stanno già delineando (Teramo est). La democrazia non è un’illusione, ma da utopia può diventare realtà se solo il rinnovamento radicale della politica – presente nel costituzionalismo pluralista del XX secolo nato dalla Resistenza – entrasse nella cultura dei più come reale obiettivo del cambiamento. (Carlo Di Marco).