Fermarsi a riflettere e agire subito. Interrogarsi su che tipo di turismo e divertimento proporre al territorio e trovare un punto d’incontro nel quale a prevalere deve esser e il senso di responsabilità da parte di tutti gli attori.
Dai gestori dei pubblici esercizi, stabilimenti balneari, chi affitta case e appartamenti, operatori turistici e supermercati. L’estate 2021, in quasi tutta la costa teramana, sta portando in superficie una serie di problematiche, peraltro non nuove, legate alla difficile convivenza tra la movida, fonte talvolta di comportamenti sopra le righe (schiamazzi, scarso rispetto del decoro pubblico e a volte anche episodi violenti) e il flusso turistico che, storicamente, popola le località turistiche del comprensorio.
Nell’ultimo fine settimana, infatti, sono state tante le segnalazioni da parte di titolari di strutture turistiche, ma anche di residenti costretti a convivere con la movida fracassona fino a tarda notte. Non solo Alba Adriatica, che resta la cittadina sempre riferimento per il divertimento giovanile, ma segnalazioni sono arrivate anche da altri territori.
Ecco, dunque, dalle principali associazioni di categoria, Confcommercio e Confesercenti, arriva una sorta di appello a tutto il mondo che ruota attorno all’economia turistica. “La collaborazione tra tutti”, commentano i Presidenti Giammarco Giovannelli e Daniele Erasmi, “ diventa in questo frangente un fattore irrinunciabile. Tra le associazioni di categoria, amministrazioni comunali, forze dell’ordine, Prefetto e Questore. Il senso di responsabilità comune deve far capire che il mancato rispetto delle regole, da parte di qualcuno, non può certo essere generalizzato.
E da parte delle amministrazioni deve essere prevista una premialità per chi rispetta le regole a differenza di chi invece non le tiene in considerazione.
Movida e turismo giovanile. Uno degli aspetti nuovi, che l’esperienza di Alba Adriatica, ha posto in evidenza, riguarda i flussi turistici giovanili, ma con delle controindicazioni che però vanno gestite. “ Esistono delle regole”, proseguono i Presidenti Giovannelli ed Erasmi, “e vanno rispettate. In primis quella di non servire alcolici ai minorenni, principio che però va esteso anche ai supermercati e agli affitti di appartamenti privati a gruppi di minorenni. Certi flussi vanno monitorati e gestiti e molti operatori illuminati lo fanno.
Quando poi questa dinamica si interrompe, nascono una serie di problematiche. I protocolli sulla movida, è inutile girarci attorno, non hanno centrato l’obiettivo. Serve, al contrario, un patto di collaborazione e responsabilità dai vari attori economici cittadini per gestire certi fenomeni ormai degenerati e arginarne gli effetti pericolosi, che poi rischiano di trasformarsi in un boomerang aggressivo a danno dell’immagine delle nostre località”.