Martinsicuro, vicenda Veco: la replica dell’amministratore della società

Di seguito la richiesta di rettifica dell’amministratore unico e legale rappresentante della Veco, Anna Vecchiotti, relativamente ad una nota pubblicata nei giorni scorsi.

 

La comunicazione, trasmessa attraverso il legale della società (Marco Pierdonati) è una replica e soprattutto una richiesta di rettifica della nota del Comitato Difesa Ambiente di Martinsicuro.

ln dettaglio, non corrisponde al vero l’informazione secondo cui l’amministratore unico e legale rappresentante pro-tempore della Società, Dott.ssa Vecchiotti, veniva condannata in primo grado per «accertato inquinamento ambientale».
Difatti, la riferita sentenza di condanna del Tribunale di Teramo, peraltro appellata, riteneva accertata la penale responsabilità degli imputati —tra i quali appunto la Dott.ssa Vecchiotti — esclusivamente per alcune contravvenzioni di cui al Codice penale e al Testo unico ambiente.
Dunque, la Dott.ssa Vecchiotti non veniva condannata per il grave delitto di inquinamento ambientale (art. 452 bis c.p.), come affermato nello scritto diffuso dal ‘comitato difesa ambiente Martinsicuro’, bensì per contravvenzioni punite con pene detentive e pecuniarie esigue.

Subito dopo, il comunicato riportato sul suo giornale online affermava che la Dott.ssa Vecchiotti, unitamente agli altri componenti della governance della Veco S.p.a., sarebbe attualmente imputata per «reiterazione dello stesso reato di inquinamento».
Tuttavia, anche qui contrariamente a quanto asserito nello scritto che ci occupa, nell’ambito di tale più recente processo penale la Dott.ssa Vecchiotti non è affatto imputata in ordine al reato di inquinamento ambientale (art. 452 bis c.p.); invero, all’Amministratore unico della Veco S.p.a. vengono contestate le sole contravvenzioni previste dagli artt. 674, 659 c.p., 29 quattuordecies, comma 5 D.lgs. n. 152/06.

Insomma, la Dott.ssa Anna Vecchiotti — in qualità di Amministratore unico della Società Veco S.p.a. — non ha riportato condanne né risulta imputata del grave delitto di inquinamento ambientale.
Ad ogni buon conto, giova precisare che la fattispecie di inquinamento ambientale (art. 452 bis c.p.), introdotta dalla Legge 22 maggio 2015, n. 68, punisce con
la reclusione da due a sei anni (e con una consistente pena pecuniaria) «chiunque abusivamente cagiona una compromissione o un deterioramento significativi e misurabili delle acque o dell’aria, o di porzioni estese o significative del suolo o del sottosuolo; di un ecosistema, della biodiversità, anche agraria, dellaflora o della fauna».
Quanto alle denunce che il ‘comitato difesa ambiente Martinsicuro’ avrebbe recentemente formalizzato nei confronti dei componenti dell’Organo di amministrazione della Società Veco S.p.a., si rappresenta che la Dott.ssa Vecchiotti ad oggi risulta indagata unicamente per la contravvenzione di cui all’art. 674 c.p. («getto pericoloso di cose»); un reato, questo, punito con l’arresto fino a un mese e con l’ammenda sino a duecentosei euro.
In ogni caso, vista la delicatezza del tema trattato, pare opportuno richiamare il basilare principio della presunzione di non colpevolezza, sancito dall’articolo 27 della Costituzione, in base al quale l’imputato — e a maggior ragione la persona solo sottoposta ad indagini penali — «non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva».

Non deve neppure trascurarsi, infine, come il comunicato stampa del ‘comitato difesa ambiente Martinsicuro’ contenga delle fotografie dal contenuto evidentemente suggestivo, una delle quali veniva riportata nell’articolo apparso sul quotidiano online da Lei diretto.
Nelle immagini in questione si osservano due soggetti (probabilmente degli operai dell’azienda vivaistica ‘Vivaio del Sole’, Sita nei pressi dello stabilimento della Veco S.p.a. di Martinsicuro, alla via Roma, n. 310) mostrare le mani e le braccia ‘imbrattate’ da una sostanza di colore scuro che, stando alle insinuazioni contenute nello scritto che ci occupa, corrisponderebbe al paventato inquinamento prodotto dalla Società Veco S.p.a.

Ebbene stupisce come da un esame complessivo di alcuni dettagli delle medesime fotografie — ulteriori parti corporee delle due persone raffigurate, elementi dell’ambiente quali piante, pavimentazione e così via — queste parti ed elementi risultino privi di qualsiasi macchia; ma questo è tema che lasciamo appunto a doverosi approfondimenti giornalisti e giudiziari.

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