Ebbene, dati alla mano, anche questa giustificazione sembra perdere quota alla luce di una recente nota che la polizia stradale (di Teramo), che gestisce i report sulla sicurezza viaria per conto della Stato, ha inviato al Comitato che ha chiesto lumi sulla vicenda.
Ebbene, non esiste al momento nessun allarme sicurezza in quel tratto, visto che nell’ultimo decennio non si sono registrati incidenti contro gli alberi e di riflesso nessun incidente mortale, nei 700 metri in questione, causati dalle alberature.
In poche parole, via Risorgimento non figura tra le arterie regionali critiche, che vengono etichettate con il bollino nero.
La posizione del Comitato. “Ad oggi”, si legge in una nota, ” vengono smentite tutte le motivazioni addotte per abbattere i tigli. Dall’errata interpretazione della legge sulla piantumazione di alberi a distanza (6m) nelle aree di pertinenza (D.Lgs.285/92 art.14) che è riferita ai soli nuovi impianti ed anzi invita nel contempo gli operatori a porre in sicurezza gli impianti secolari.
L’impossibilità di agire attraverso le disponibilità di legge (D. Lgs. 42/2004 art 149) che regolamentano solo l’ordinaria amministrazione e le manutenzioni compiute senza alterare lo stato di fatto del paesaggio.
L’mpossibilità di utilizzare con esito autorizzativo al taglio la nota della Regione Abruzzo sullo stato di salute del parco poiché, come immediatamente affermato al Comitato e successivamente anche ribadito dalla nota chiarificatrice della stessa Regione, manca ogni riferimento scientifico a sostegno del parere.
L’inesistenza di uno stato di precarietà della sicurezza su Via Risorgimento come rilevato dal report della Polizia Stradale.
Pertanto il taglio delle alberature appare ampiamente pretestuoso e immotivato.
Restano inoltre in campo i dubbi circa il superamento dei vincoli paesaggistici e architettonici di cui Anas dovrebbe disporre.
Sull’aspetto autorizzativo è in corso un approfondimento condiviso anche dall’amministrazione comunale di Martinsicuro.
Il Comitato torna a ribadire con forza che, attraverso la sospensione di ogni attività, va definitivamente scongiurato un programma d’intervento non ponderato che sta producendo danni irreparabili ad un’area identificativa della comunità martinsicurese e vibratiana.
Torniamo a chiedere una riflessione puntuale sulle necessarie modalità d’azione da intraprendere per razionalizzare le infrastrutture viarie e per risollevare la zona dal degrado attraverso un progetto di riqualificazione ed estensione dei servizi.
Per questi motivi oltre al rispetto delle normative e dei vincoli posti a tutela dell’area di Via Risorgimento, chiediamo l’apertura di un tavolo tecnico in Regione Abruzzo alla presenza delle amministrazioni comunali interessate, di Anas, di Regione Abruzzo e del Comitato per la Riqualificazione di Via Risorgimento/Porta della Val Vibrata”.
Ovviamente, un tavolo tecnico che dovrà necessariamente insediarsi dopo le elezioni regionali.