Le associazioni Stazione Ornitologica Abruzzese, Lega Italiana Protezione Uccelli e Mountain Wilderness lo scorso 4 aprile, ultimo giorno utile, hanno depositato al Tribunale Amministrativo Regionale di L’Aquila un ricorso per chiedere l’annullamento del nuovo piano spiaggia del comune di Martinsicuro.
“Lo strumento urbanistico, approvato dal Consiglio Comunale a fine 2021, ha incredibilmente previsto il rilascio di due nuove concessioni balneari in aree caratterizzate dalla presenza di dune, con specie di piante protette a livello regionale dal 1979. Inoltre sono le ultime aree nel comune di nidificazione per il fratino, una specie di uccello protetta a scala internazionale, sia dalla Direttiva 147/2009/CE “Uccelli” sia dalle Convenzioni internazionali di Bonn e di Berna”.
Dichiara Augusto De Sanctis, consigliere della Stazione Ornitologica Abruzzese che ha contribuito alla redazione del ricorso: “La realizzazione di stabilimenti balneari e l’aumento della pressione antropica determinerebbero la totale distruzione degli ambienti dunali. Il fratino in questi anni è letteralmente crollato numericamente a Martinsicuro, passando da 5 nidi nel 2011 a un solo nido nel 2021 secondo i monitoraggi della Stazione Ornitologica Abruzzese. Sono dati che avrebbero dovuto portare a scelte totalmente differenti, perché alla base c’è una gestione ultradecennale degli arenili assolutamente insostenibile, anche a Martinsicuro”.
Dichiara Marta Viola, responsabile regionale di Mountain Wilderness: “E’ accaduto un fatto che a nostro giudizio è assai grave. Alla puntuale segnalazione preventiva di Mountain Wilderness circa la presenza di sistemi dunali nelle aree dove è stato previsto il rilascio delle nuove concessioni il consulente esterno del comune ha risposto negando addirittura la loro esistenza, quando basta vedere le immagini dei due siti per rendersi conto. Sul punto le associazioni hanno anche diffidato il comune affinché ritiri in autotutela il piano perché le scelte sono state fatte sulla base di assunti non corrispondenti alla realtà dei fatti”.
Secondo il ricorso depositato dall’avvocato Herbert Simone, difensore delle associazioni, “le decisioni del comune contrastano in maniera palese con gli obblighi sanciti dalla regione Abruzzo circa la protezione dei siti di riproduzione del fratino e degli ambienti dunali contenute nella legge 45/1979 sulla tutela della flora, nel Piano del demanio marittimo regionale e nel Piano faunistico. Obblighi che però rimangono solo sulla carta”.
Dichiara Stefano Allavena, delegato Abruzzo della Lega Italiana Protezione Uccelli: “Purtroppo le associazioni non possono che constatare come la pressione antropica sulle spiagge, ambienti assai vulnerabili e delicati, non fa che crescere a scapito dei residui valori naturalistici e nonostante grandi proclami da parte degli enti pubblici a tutti i livelli. Andando avanti così perderemo anche gli ultimi lembi di sistemi dunali quando invece dovremmo cercare di rinaturalizzare la costa per quanto possibile per cercare di mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e del connesso innalzamento del livello del mare.”