Teramo. Sono oltre 400 le firme raccolte in una settimana per la legge regionale di iniziativa popolare sul suicidio assistito. La legge, depositata in Regione il 20 febbraio, per essere discussa deve riuscire ad ottenere 5.000 firme in 90 giorni.
“Un obiettivo che oggi sembra alla portata, nonostante l’assenza dei grandi partiti. Possiamo dimostrare che l’Abruzzo è più avanti di chi lo rappresenta nel palazzo” commenta Riccardo Varveri, coordinatore della campagna “Liberi Subito”.
“Ogni anno migliaia di persone si rivolgono all’Associazione Luca Coscioni per chiedere informazioni sul fine vita e per accedere a una morte senza sofferenze. È assurdo che un gruppo di privati cittadini debba sostituirsi allo Stato. L’indifferenza nei confronti di queste persone è una duplice violenza: fisica e psicologica, perché voltarsi dall’altro lato è una vera e propria violenza di Stato. Per questo raccogliamo oggi queste firme. C’è tempo fino a fine maggio”. Per restare aggiornati sui tavolini nelle varie città d’Abruzzo basta andare sul sito inabruzzo.liberisubito.it.
Solo una settimana fa Marco Cappato in Abruzzo per presentare la legge regionale sul suicidio assistito.
“Questa iniziativa civica rompe il silenzio assordante di una politica nazionale e regionale che, per larga parte da destra e sinistra, non solo ignora i moniti della Corte costituzionale ma anche il grido di dolore di cittadini che vorrebbero decidere in scienza e coscienza di sé stessi. E tutto ciò pare ancora più surreale per quei partiti che a parole si dicono d’accordo, salvo poi far cadere la penna nelle aule parlamentari. Facile scriverlo in una mozione di partito, un po’ meno assumersene la responsabilità politica. Questa non è solo una iniziativa sul fine vita, è un modo di riconnettere i cittadini alle istituzioni: non vogliamo screditare il Palazzo, ma che esso ascolti chi ne è la linfa vitale” conclude Gianluca Di Marzio, coordinatore per la provincia di Teramo.