Il Comitato VIA della Regione Abruzzo, chiamato ad esprimersi sulla Valutazione di Incidenza Ambientale per quanto riguarda il potenziale impatto del progetto di costruzione del nuovo acceleratore LUNA MV nei Laboratori di Fisica Nucleare sul Sito di Interesse Comunitario e Zona di Protezione Speciale del Gran Sasso, ha chiarito che non basta questa procedura ma deve essere svolta la più ampia Verifica di Assoggettabilità a V.I.A., a causa dell’uso di acqua di raffreddamento (ben 7 litri al secondo).
La V.INC.A. si occupa esclusivamente degli effetti su piante ed animali protetti dalle direttive comunitarie. Invece la Verifica di Assoggettabilità a V.I.A. (che può sfociare nel caso nella procedura di V.I.A. completa se emergono possibili impatti significativi) si occupa dei potenziali impatti a 360 gradi.
Pertanto nell’ambito di questa procedura l’INFN dovrà depositare altra documentazione, compresa quella relativa alla realizzazione del bunker di cemento armato necessario per schermare le radiazioni prodotte dal funzionamento dell’acceleratore.
Sconcerta il fatto che nel frattempo tale manufatto (lunghezza di 25 metri per 12 di larghezza; pareti di cemento armato di ben 80 cm di spessore) sia stato già realizzato, evidentemente senza aver prima ottenuto tutti i pareri. Il tutto in un Parco Nazionale, sito di interesse comunitario e zona di protezione speciale.
Inoltre il Comitato VIA, data l’unicità dei Laboratori, ha ritenuto opportuno scrivere al Ministero dell’Ambiente per porre un quesito circa la necessità o meno delle procedure di V.I.A. per le varie attività in corso o in progetto nei laboratori, comprese quelle che coinvolgono l’uso di grandi quantità di sostanze pericolose.
La Mobilitazione per l’Acqua del Gran Sasso giudica positivamente la decisione della Comitato VIA sia per gli aspetti normativi richiamati sia per una verifica stringente dei requisiti di sostenibilità del progetto.
Il comitato ha sentito in audizione anche Augusto De Sanctis per la Stazione Ornitologica Abruzzese, associazione che fa parte della Mobilitazione per l’Acqua del Gran Sasso e che aveva mandato, assieme ad alcuni semplici cittadini, alcune osservazioni scritte sull’intervento. A verbale sono state evidenziate numerose criticità del progetto come il mancato rispetto della distanza dai punti di captazione (Art.94 del Testo Unico dell’Ambiente D.lgs.152/2006) oppure problemi strutturali e sismici, sulla base dei contenuti di documenti ufficiali redatti dall’ARTA e dall’Istituto Superiore di Sanità, questi ultimi richiamati poi nella decisione del comitato VIA.
Spiace, infine, dover constatare che nessun altro soggetto, compresi consiglieri regionali e parlamentari, abbia sentito il dovere di chiedere di essere ascoltato dal Comitato su una questione così importante per centinaia di migliaia di persone. Dobbiamo pensare che la questione dell’acqua del Gran Sasso non interessa?