E’ arrivata nella tarda serata di sabato la sentenza di primo grado in merito al cosiddetto processo Castrum, con riferimento ad un presunto giro di appalti e mazzette a Giulianova, procedimento a cui poi è stato riunito anche il secondo filone, “Castrum bis”, con riferimento alla lottizzazione del Lido della Palme di Giulianova. Sentenza arrivata dal collegio presieduto da Franco Tetto, con Sergio Umbriano e Carla Fazzini a latere.
LE CONDANNE. Maria Angela Mastropietro, ex dirigente del settore urbanistica del Comune di Giulianova, condannata a cinque anni di reclusione così come suo marito, Stefano Di Filippo, imprenditore; Andrea e Massimiliano Scarafoni, imprenditori, condannati a cinque anni e sei mesi di reclusione; Carmine Zippilli, dirigente tecnico della Asl poi sospeso, condannato ad un anno e otto mesi di reclusione; Ennio Di Saverio, ex presidente Consorzio Lido delle Palme, condannato ad un anno e due mesi di reclusione; Guerino Di Saverio, geometra, condannato ad otto mesi di reclusione.
Assolti invece Nello Di Giacinto, imprenditore ed ex assessore del Comune di Giulianova, Filippo Di Giambattista ex amministratore unico della Giulianova Patrimonio, Sergio Antonilli, collaboratore di Di Filippo e Ida Scarpone, mamma degli imprenditori Scarafoni.
La Mastropietro, suo marito Di Filippo e gli imprenditori Scarafoni sono stati inoltre interdetti dai pubblici uffici e condannati al risarcimento a favore del Comune di Giulianova da decidersi in separato giudizio.
I pm titolari dell’inchiesta, Luca Sciarretta e Andrea De Feis, avevano chiesto nel corso della requisitoria condanne per complessivi 51 anni di carcere per gli imputati. A costituirsi parte civile sono stati il Comune di Giulianova, la Asl di Teramo, l’imprenditore Tauro e due parti offese, rappresentate dall’avvocato Alessandro Recchiuti.
A vario titolo gli imputati dovevano rispondere di corruzione, tentata concussione, abuso d’uffici, abuso edilizio e falsità in atti pubblici in materia di edilizia ed urbanistica.