Il progetto, durato mesi e in via di ultimazione, ha comportato un difficile ed accurato lavoro da parte di tre restauratori specializzati in tessuto, carta e metallo. In questi giorni, il professor Giovanni Pagani, restauratore di manufatti in carta, è stato impegnato con i suoi collaboratori nella depolveratura professionale, operazione messa a punto nel rispetto della tipologia dei supporti e del loro stato, con uso di attrezzature specifiche per i beni culturali.
La spolveratura di ogni volume è stata eseguita sui piatti, sul dorso e sui tagli, con particolare attenzione al taglio di testa dove è più abbondante l’accumulo delle polveri, e carte di guardia, mediante l’utilizzo di pennelli a setole morbide naturali e l’utilizzo di aspiratori a velocità regolabile dotati di doppio sistema di filtrazione, ad acqua e con sistema Hepa. Infine, è stato accertato ed esaminato lo stato conservativo dei singoli volumi, così da poter progettare e segnalare alla Soprintendenza futuri interventi sulla base delle fragilità della raccolta.
Il fondo antico è parte del prezioso lascito di Vincenzo Bindi ai giuliesi, straordinario e raro insieme di libri e opuscoli che si data dalla fine del Quattrocento, riguardante gli Abruzzi oppure appartenenti ad autori abruzzesi.