Non c’è traccia del pennello che avrebbe dovuto essere realizzato in prossimità della foce del fiume Tordino, sponda nord, a protezione del tratto di spiaggia tra via Simoncini e il camping Tam Tam, soggetto alla forza erosiva delle correnti da nord.
Un pennello di circa 70 metri di lunghezza per creare una vera e propria barriera di contenimento artificiale realizzata con massi ciclopici e favorire il deposito dei sedimenti. Qualcosa del genere l’aveva realizzata madre natura 8 anni fa a seguito di una piena del fiume Tordino. Si era creata con i sedimenti trascinati dalla stessa piena e depositati poi a più di 50 metri al largo una vera e propria barriera naturale, favorendo il deposito della sabbia. Tant’è che nel tempo questo tratto di spiaggia era rifiorito di oltre 25 metri.
Il problema è che poi negli anni a seguire le mareggiate hanno cancellato la barriera naturale e l’erosione è tornata ad incidere lungo la linea di costa a sud del litorale giuliese. La Regione, nel progetto contro il rischio idrogeologico col rifacimento degli argini del Tordino aveva previsto un finanziamento aggiuntivo di circa 200mila euro per il Comune di Giulianova per la costruzione del pennello.
Le opere lungo gli argini del fiume sono state realizzate e portate a termine. Ma della barriera a nord della foce al momento non si hanno notizie. Avrebbe dovuto essere realizzata in linea con il tratto finale della protezione sistemata a suo tempo a ridosso della pista ciclabile. Non tutti comunque sono favorevoli alla costruzione del pennello.
Contrari soprattutto gli operatori turistici della zona di Cologna, quindi a sud della foce del Tordino. Perché ritengono che quel braccio a mare costringerebbe il fiume, in caso di piene, a scaricare rifiuti a legname a sud, come poi è accaduto negli anni in cui c’era la diga naturale creata dal corso d’acqua.