Sono alcuni dei numeri dell’operazione “Take-away”, portata avanti dai carabinieri della compagnia di Giulianova, diretta dal tenente colonnello Vincenzo Marzo.
GLI ARRESTATI A finire agli arresti (tre erano già ai domiciliari, uno in carcere) sono finite otto persone tra i 30 ed i 50 anni: Albano Di Rocco, Giuseppina Di Rocco, Maurizio Di Rocco ed Achille Di Rocco; Pasqualina Spinelli; il marocchino El Kbri Mazari e Gianni Barlafante, di Mosciano Sant’Angelo.
Ubaldo Marini, di Alba Adriatica, è stato invece arrestato questa mattina in flagranza poiché trovato in possesso di cento grammi di hashish.
MINORI IMPIEGATI PER LO SPACCIO L’operazione è partita questa mattina all’alba, in collaborazione con i militari delle compagnie di Alba Adriatica e Teramo, coordinati dalla procura della Repubblica di Teramo (pm Greta Aloisi titolare delle indagini). I carabinieri hanno eseguito ordinanze di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del tribunale di Teramo nei confronti di 7 indagati, ritenuti responsabili secondo le indagini, a vario titolo, in concorso tra loro di acquisto, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti.
Il provvedimento trae origine da un’indagine della stazione di Notaresco, diretta dal maresciallo Mario Di Filippantonio, e del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Giulianova.
L’operazione “Take Away” ha permesso di scoprire un sodalizio criminale organizzato su nuclei familiari radicati sul territorio. I militari hanno riscontrato cessioni di spaccio di sostanza stupefacente, organizzati nella modalità “d’asporto”, anche considerata la pandemia in atto. Da qui il nome “take-away”.
Nel corso dell’attività d’indagine sono stati, infatti, rinvenuti e sequestrati, complessivamente, circa 4 chili di droga, soprattutto marijuana e poi anche eroina, cocaina ed hashish che sul mercato degli stupefacenti avrebbero fruttato circa 50.000 euro. In particolare: il 13 febbraio 2020 è stato tratto in arresto un giovane di Notaresco con 50 gr. di eroina, poi posto agli arresti domiciliari; il 17 giugno 2020 il soggetto di cui sopra è stato nuovamente tratto in arresto, sia per evasione poiché si era allontanato da casa sua senza avvertire le autorità, ed anche perché con sé aveva altri 50 gr. di eroina. Con lui fu in questo caso arrestata anche la compagna.
Dopo questi due eventi, i militari dell’Arma hanno capito che il giovane di Notaresco era inserito in una più ampia organizzazione criminale dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti, e così sono iniziate le attività di indagine in profondità, supportate da attività tecniche quali intercettazioni telefoniche, servizi di osservazione, controllo e pedinamento e riprese video. Nel corso di tutta l’indagine i carabinieri di Notaresco hanno quindi ricostruito i contatti e le frequentazioni del “tareschino” individuando i canali di approvvigionamento che sono stati successivamente sottoposti a dedicata attività d’intercettazione. Nel corso dell’indagine, infatti, il 12 novembre 2020 è stato tratto in arresto altro soggetto di Giulianova con 100 gr. di hashish; il 12 dicembre 2020, è stato arrestato un uomo di Alba Adriatica con quasi tre chili e mezzo di marijuana che aveva nascosto sotto terra, in più punti, nei pressi della sua abitazione.
Il 10 febbraio 2020, il gip presso il Tribunale di Teramo, Lorenzo Prudenzano ha quindi emesso l’ordinanza di misura cautelare per i 7 indagati: 4 in carcere e 3 agli arresti domiciliari di cui 2 con l’applicazione del braccialetto elettronico.
Altre 30 persone che sono state segnalate alla competente Prefettura di Teramo, di volta in volta, allorquando andavano dagli indagati a rifornirsi di droga. La singolarità è che 5 degli indagati sottoposti a misura cautelare risiedono in un’unica palazzina di Mosciano Sant’Angelo, considerata da chi indaga base operativa del “servizio d’asporto”.
“TI DO UN’ACCETTATA IN TESTA” Uno dei destinatari delle misure cautelari, si è reso responsabile, sempre secondo le indagini, di estorsione ai danni di un soggetto che aveva contratto un debito con lui di oltre 9.000 euro. L’arrestato l’avrebbe minacciato (“Ti do un’accettata in testa”) se non gli avesse consegnato il denaro.
I MINORI ED IL CONCIME Sempre secondo i riscontri dei carabinieri, gli arrestati avrebbero spesso impiegato minori (di cui due risultano indagati) per la consegna della droga sotto casa. Le sostanze erano anche rese ulteriormente pericolose, perché spesso mescolate con concime proveniente dall’Olanda.