Sono 35 persone tra centralinisti, infermieri, oss e fisioterapisti. Nonostante gli sforzi in piena emergenza sanitaria adesso sono tutti senza un impiego
Trentacinque lavoratori tra infermieri, fisioterapisti, oss e centralinisti hanno svolto instancabilmente il loro lavoro durante la pandemia per guarire le persone affette da COVID-19 e adesso sono tutti a casa dal primo novembre.
Dal 20 aprile lavoravano infatti in una cooperativa di Teramo ed erano attivi nella RSA Eurialo Parere.
«Grazie al nostro centro – spiegano i lavoratori della RSA Eurialo Parere di Bivio Bellocchio di Giulianova assistiti dalla funzione pubblica CGIL rappresentato da Pancrazio Cordone- sono guarite più di 700 persone in questi due anni e mezzo di pandemia.
A chi dice che sapevamo fin dall’inizio che questo lavoro è a tempo determinato rispondiamo dicendo che abbiamo un regolare contratto a tempo indeterminato».
Erano tutti certi che, finita l’emergenza sanitaria, tale struttura sarebbe stata convertita in RSA Alzheimer. Ad oggi sono tutti senza un impiego, con tutte le ripercussioni che ne conseguono.
«Non ci bastano delle ipotesi -aggiungono i lavoratori- come “molto probabilmente riapre” o simili. A chi dice che “abbiamo gli ammortizzatori sociali” vorremmo rispondere che il nostro ammortizzatore sociale è il licenziamento e chi non l’ha provato sulla propria pelle non può conoscere l’impatto su una famiglia.
Abbiamo mutui da pagare e figli che probabilmente non andranno all’università. Dicono che vanno rivisti i bilanci, ma noi nel frattempo siamo a casa. Non vogliamo nessun premio per aver svolto il nostro lavoro ma meritiamo almeno una cassa integrazione e il reintegro di tutti noi nei prossimi mesi.
La Asl di Teramo – concludono- deve farci continuare a lavorare e deve dirci quando ricominceremo a farlo».