Così come era previsto nel progetto originario che non sarebbe stato rispettato nelle procedure. Il Provveditorato per le Opere Marittime ha confermato, sulla scorta della relazione rimessa dai tecnici che hanno eseguito una serie di sopralluoghi con rilievi batimetrici, i sospetti che erano maturati circa un anno fa in merito all’esecuzione delle opere.
La riduzione dell’ampiezza del basamento, che è poi l’elemento fondamentale e portante per garantire la stabilità del molo, rappresenta oggi un problema serio che potrebbe mettere a repentaglio anche l’incolumità dei pescatori. La zona resta interdetta e viene considerata a tutti gli effetti un cantiere.
Se gli interventi fossero stati realizzati nel rispetto del progetto originario, non ci sarebbero stati tutti quei problemi che sono stati successivamente riscontrati. A cominciare dalla stabilità del molo. In alcuni punti i massi ciclopici hanno ceduto sotto le sferzate delle mareggiate invernali. Questo perché le correnti hanno scavato a ridosso della parete di scogli innalzata per la realizzazione dell’opera.
Ed essendo di ampiezza ridotta, appena 15 metri e non 25, l’erosione delle correnti sul fondale marino che è passato in alcuni punti da 6 a 9 metri, ha determinato il cedimento.
Non è quindi solo un problema di assestamento come inizialmente si era voluto far credere. Della questione comunque si è interessato sin dal giorno del suo insediamento il nuovo presidente dell’Ente Porto Marco Verticelli che è riuscito a trovare il bandolo della matassa e a fare in modo che tutti gli organi competenti concorrano ora per risolvere il problema, evitando che Giulianova debba convivere con una grande incompiuta.