Cittadinanzattiva Abruzzo in una nota, firmata dal coordinatore dell’assemblea e commissario straordinario territoriale di Teramo Monia Mancini, con oggetto la redistribuzione del Fondo Sanitario Regionale scrive al presidente regionale Marco Marsilio e all’assessore alla sanità Nicoletta Verì.
“Da quanto esposto nella citata relazione, abbiamo preso atto dell’esistenza di forti sperequazioni tra i territori regionali e con svantaggio della ASL di Teramo e, quindi, dei Cittadini che vivono in questa porzione di territorio. Da qui la necessità della nostra Associazione di rivolgersi a Voi, per ogni pregiato chiarimento che ci vorrete dare”, dicono nella nota rivolta al presidente della Regione Marsilio e all’assessore alla sanità Verì.
“Intanto i criteri di suddivisione del fondo andrebbero rivisti tornando ad utilizzare il criterio di ripartizione pro-capite e non, come invece avvenuto, “in base ai costi programmati per l’anno di riferimento …in base al criterio del taglio lineare della spesa storica, supportando, di riflesso, le ASL che continuavano a sostenere costi sempre maggiori, attraverso il doppio sistema dell’incremento fondo ed il ripiano perdite”. Ciò ha comportato, come risulta dalla predetta relazione, che, negli ultimi cinque anni, a fronte di costanti incrementi a favore delle altre ASL (1,27% AQ, 4,86% CH, 6,29% PE) la ASL di Teramo abbia dovuto subire un decremento dell’1,11%”.
“Inoltre, e sempre per quanto ci è dato leggere dalla relazione, si ritiene importante avere chiarimenti sulla questione della destinazione dei risparmi di gestione pari a Euro 3.401.813 maturati dall’Asl di Teramo nel triennio 2015/2018”.
E ancora, Cittadinanzattiva chiede anche di due aspetti. “Il primo riguarda il fatto che, mentre nelle altre provincie sono state autorizzate, nel tempo, dalla Regione, diverse iniziative poste in essere da privati, strutture e servizi che hanno aumentato l’offerta sanitaria consentendo ai cittadini una più ampia scelta, la sanità teramana è praticamente esclusivamente pubblica ed a carico della ASL. Ciò porta a far si che il cittadino, tenda a spostarsi più facilmente fuori provincia, aumentando la mobilità passiva e la spesa relativa. La seconda considerazione è legata alla natura del territorio. La provincia di Teramo ha una estesa zona pedemontana e montana che, anche a causa dei recenti sismi, sta subendo un constante spopolamento”.
“Dovrebbe essere preoccupazione principale della Regione quella di garantire l’esistenza di servizi territoriali di prossimità, socio sanitari e farmaceutici, oltre all’impostazione di un servizio di telemedicina, insomma di servizi a garanzia e tutela del diritto alla salute”, conclude la nota.