Importo complessivo dell’intervento (asfalti, regimentazione acque, zanelle) è di 1 milione e 100 mila euro. Il cantiere è partito dalla provinciale 262 fra Campli e Bellante, a luglio i lavori riguarderanno le provinciali 15, 15 B, 15 C e un tratto della provinciale 11.
Con riferimento alle fonti di finanziamento e alle dichiarazioni dei consiglieri regionali Sandro Mariani e Dino Pepe che attribuiscono i meriti del finanziamento alla Giunta D’Alfonso e polemizzano su presunti ritardi della Provincia nel far partire i lavori, il consigliere delegato alla viabilità Gennarino Di Lorenzo, replica: “Con molta correttezza noi indichiamo sempre la fonte del finanziamento: qui non si tratta di prendersi meriti ma di far partire i cantieri. Così come l’amministrazione retta dal presidente Di Sabatino ha utilizzato i finanziamenti ottenuti dal compianto Walter Catarra e dalla giunta regionale Chiodi per l’alluvione del 2011, una parte dei nostri finanziamenti deriva da quelli della precedente amministrazione. . Anche i fondi del porticciolo di Roseto, inseriti nel Masterplan, derivano da un finanziamento già messo in bilancio dall’allora assessore regionale della giunta Chiodi, Giandonato Morra. Sono i tempi delle procedure e la conseguenza della scellerata riforma targata Renzi. Parlare di ritardi è assolutamente improprio perché molte gare d’appalto sono state bandite da questa amministrazione che anche sulla programmazione sta formalizzando le sue richieste. In meno di un anno, inoltre, abbiamo dovuto affrontare, e risolvere, i problemi di opere strategiche paralizzate da affidamenti con numerose criticità; il Ponte di Castelnuovo, il porticciolo di Roseto, la pista ciclabile. Situazioni ben note al consigliere provinciale Mauro Scarpantonio che prima sedeva sui banchi della maggioranza con delega alla viabilità. Ai due esponenti del PD voglio dire che l’unica battaglia politica da sostenere è quella dell’UPI che dalla riforma delle Province voluta da Renzi denuncia la grave carenza di fondi e personale delle Province, costrette ad operare in cattività e senza la possibilità di una programmazione degna di tale nome”.