Tortoreto. L’incubo, covato con grandissima dignità per sette anni, nei quali nessuno della famiglia ha mai perso la speranza, ora lascia spazio alla gioia e al momento di rivedere Denis Cavatassi.
Non nel “parlatorio” di un penitenziario, in un paese che non è certo in cima tra quelli che rispettano i diritti umani. Ma a casa, a Tortoreto, cittadina da dove Denis Cavatassi, l’imprenditore di 51 anni, era partito per avviare un progetto turistico in Thailandia. E’ stata una giornata dalle forti emozioni, quella di ieri, per Adriano Cavatassi, fratello maggiore di Denis (ma per tutta la famiglia), che ora con calma e lucidità ripercorre le ultime 24 ore. Anzi, gli ultimi 7 anni.
“E’ stata la fine di un incubo”, racconta Adriano Cavatassi, “ in questi lunghi 7 anni non c’è stata una giornata, anche per solo pochi attimi, che non abbiamo pensato alla vicenda di Denis. Il pensiero è stato sempre ricorrente e ora possiamo dire, finalmente, che il brutto sogno è terminato”. La notizia dell’assoluzione da parte della Corte Suprema dell’agronomo di Tortoreto, che da anni gestisce delle attività turistiche in Thailandia, è arrivata come un regalo insperato.
Non nella sostanza, visto che la famiglia non ha mai smesso di lottare a migliaia di chilometri di distanza, ma forse nella tempistica. Ieri pomeriggio, poi Adriano ha avuto modo di parlare con il fratello, da poco tornato un uomo libero. “E’ stata un’emozione fortissima”, racconta. “ In questi sette anni mai ci eravamo sentiti al telefono, se non quando ero stato in Thailandia. Poche parole, anche perché la linea cadeva spesso, ma significative”.
Ora tutti aspettano Denis a Tortoreto. Cosa che potrebbe concretizzarsi nel giro di pochi giorni, non appena saranno sbrigate una serie di formalità. “ Gli ultimi due anni”, dice ancora, “ lo ha vissuti in carcere e ha espresso la volontà di tornare subito in Italia. Per riabbracciare la figlia che si trova dai nonni, a Tortoreto, per trascorrere il Natale. Denis vuole riabbracciarla al più presto e noi faremo altrettanto”.