“È noto che, già a partire da domani, le nuove restrizioni riguarderanno il mondo scuola che tornerà ad utilizzare la didattica a distanza per arginare l’avanzata del virus con tutte le sue varianti, tuttavia le scene di assembramenti all’aperto che continuano a ripetersi con assoluta costanza ci devono indurre a riflessioni imprescindibili: la pandemia investe e può investire tutti, ha travolto la nostra quotidianità ormai da un anno e dovremmo aver compreso che arrestarla, in attesa di ricevere il vaccino, dipende soltanto dalla nostra volontà e responsabilità”. A dirlo il sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto, in merito alle recenti scene in centro.
“Se si continuano ad adottare comportamenti ed atteggiamenti che non preservano né noi stessi, né le persone vicine dalla diffusione del contagio, difficilmente usciremo nei prossimi mesi da tale situazione emergenziale: prediligere il momento dell’aperitivo al momento del distanziamento non è più tollerabile, così come non è possibile evitare di adottare le misure imposte per il contenimento del virus, primo tra tutti l’indossare la mascherina. Violare le regole equivale ad avere conseguenze immediate sulla salute di ciascuno e l’emergenza, prossima al collasso, che si riscontra all’interno dei presidi ospedalieri ne è la conferma: i medici ed il personale sanitario, in prima linea da sempre, non si stancano mai di ricordarci i comportamenti corretti da tenere proprio perché ben sanno cosa potrebbe accadere in caso contrario”.
E ancora: “Pensare che ulteriori controlli delle forze dell’ordine ci tutelino dalla contrazione del virus è sbagliato oltre che irreale, dobbiamo essere in grado autonomamente di tenere alla nostra vita, anche con la presenza e l’intervento delle famiglie per i più giovani, poiché il Covid uccide e purtroppo in troppi sono stati portati via da questo terribile virus. La stanchezza ci accomuna, ma cedere alla stessa non aiuta nessuno di noi ad evitare che la pandemia avanzi indisturbata e quindi il mio appello è sempre al rispetto delle regole e al senso di responsabilità di ciascuno che oggi deve necessariamente esserci”.