La Madonna di Mejulano ha da sempre un grande valore pastorale per la comunità corropolese, che la festeggia ogni 15 agosto: si tratta di una scultura lignea policroma e dorata, il cui nome maiuma è riferito a feste romane dedicate alla Dea Flora; secondo un rito antico in uso per la Pentecoste dai Benedettini, si facevano scendere sui presenti petali di rosa e si consegnavano doni votivi. La statua è stata realizzata per l’abbazia di Mejulano e nel 1807, dopo la soppressione del convento, fu trasferita nella Chiesa di S. Agnese.
L’opera si colloca nel XIV sec. ed è attribuibile ad un artista locale: raffigura una Madonna con Bambino, dai manti decorati con foglia d’oro zecchino; i soggetti sono stati inseriti, alla fine del Settecento, in un ricco tronetto di stile rococò, con volute e cherubini, decorato con foglia d’argento meccato.
Il restauro è stato promosso dalla Delegazione FAI di Teramo, e reso possibile grazie al contributo di aziende private locali e dei cittadini di Corropoli; dal 2005 la Delegazione è impegnata nella conservazione e nel recupero di opere d’arte del territorio, svolgendo una costante azione di sensibilizzazione presso potenziali sponsor privati e promuovendo raccolte fondi presso i cittadini. In particolare, l’attenzione del FAI è andata a quelle opere che, in precario stato di conservazione, sono legate alla devozione e alla memoria delle comunità cui appartengono: la Madonna di Mejulano di Corropoli ne è l’ultimo e più importante esempio, e l’intervento attuato ha consentito di salvaguardarne l’integrità e di restituirla alla sua funzione pastorale.
Il restauro è stato di tipo conservativo, mirato quindi alla preservazione essenziale dell’opera e all’arresto del degrado in atto, con riproposizione estetica, senza intervenire con operazioni più invasive e profonde, in virtù dell’alto valore devozionale che il manufatto riveste per la collettività corropolese, e del fatto che esso non è musealizzato.
L’opera, nel corso dei secoli, è stata oggetto di numerose modifiche e rifacimenti, strutturali ed estetici, che, sebbene abbiano notevolmente alterato l’assetto originario del pezzo, sono, allo stesso tempo, emblematica testimonianza delle attenzioni e devozione che la statua ha da sempre avuto da parte dei fedeli di ogni epoca storica. Ragion per cui, in fase di restauro, si è deciso di conservare tali modifiche, segno del passaggio dell’opera nel tempo, evitando così di riportare il manufatto all’origine e riproporlo alla Parrocchia con sembianze decisamente diverse e con ampie porzioni mutile, anche in virtù del fatto che le parti originali superstiti, contano minimi lacerti di decorazione.
L’opera ha quindi subìto un intervento di pulitura meccanica, fisica e chimica, seguito da un accurato consolidamento degli strati pittorici decoesi e tendenti al distacco. Infine, è stato eseguito il restauro pittorico, consistente nella stuccatura delle lacune maggiori, e successiva reintegrazione cromatica, in tecnica mimetica e riconoscibile (puntinato). Le lacune minori sono state lasciate a vista, quando in armonia con l’insieme, sempre in virtù del “minimo intervento”, filo conduttore che ha guidato dall’inizio questo progetto. Al fine di conoscere meglio tecnica e materiali utilizzati dall’artista, prima di iniziare l’intervento di restauro, sono state eseguite sull’opera diverse indagini diagnostiche, quali: fotografia in luce ultravioletta, spettrofotometria XRF (fluorescenza di raggi X), spettroscopia infrarossa (FTIR), radiografia.
L’intervento è stato eseguito dallo Studio di Restauro di Valentina Muzii di Teramo, e diretto da Antonella Lopardi e Gabriella D’Ippolito, funzionari della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell’Abruzzo.
Durante l’evento di presentazione dell’opera restaurata, porteranno i saluti: il neo Sindaco di Corropoli, Dantino Vallese; l’ex Sindaco Umberto D’Annuntiis, attuale Sottosegretario alla Presidenza Regionale della Regione Abruzzo; il Capodelegazione FAI Teramo, Giovanna Marinelli e il Direttore dell’Ufficio beni Culturali della Diocesi di Teramo-Atri, Sac. Filippo Lanci.
Seguiranno due interventi tecnici, di cui il primo, della restauratrice, che ha proiettato le immagini durante i lavori di restauro, analizzando nel dettaglio le varie fasi operative e i risultati delle indagini diagnostiche.
Infine l’intervento di Sirio Maria Pomante, storico dell’arte e Direttore dei Musei Civici di Giulianova, il quale analizzerà l’opera dal punto di vista critico e storico artistico, in riferimento al panorama della scultura medievale abruzzese.