Teramo. Le misure di contrasto alla diffusione del Coronavirus varate questa notte dal Governo riguardano, in modo particolarmente restrittivo, le aree del nord Italia, ma tante previsioni sono estese a tutta la Penisola. Lo scopo è principalmente quello di ridurre al minimo le aggregazioni di persone.
In questo contesto, all’articolo 2, comma 1, lettera v), è stata disposto che l’apertura dei luoghi di culto sia condizionata all’adozione di misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro. Sono sospese le cerimonie civili e religiose, ivi comprese quelle funebri.
Quindi anche le messe dovrebbero essere sospese, e, se questa mattina le celebrazioni si sono svolte regolarmente in tutta la Diocesi teramana, sembra che la Conferenza Episcopale Italiana emetterà, nelle prossime ore, indicazioni ai parroci affinchè, fino a nuove disposizioni, non vengano celebrate messe ed altre cerimonie religiose, come matrimoni, battesimi e funerali.
Un provvedimento di prudenza che avrebbe ripercussioni sui matrimoni già preventivati e, se prolungato, potrebbe far saltare comunioni e cresime (di solito previste a tarda primavera) e creerà anche problemi per i funerali. Ma la necessità di limitare il contagio impone che anche la Chiesa faccia la sua parte e si attendono le decisioni della CEI per capire come, nella nostra e nelle altre Diocesi, si applicheranno le limitazioni previste dal Decreto del Governo