Silvi. “Il viale di pini più bello d’Abruzzo a rischio per la ciclabile”. Con queste allarmate parole il Conalpa – COordinamento Nazionale per gli ALberi e il PAesaggio – fa sapere che sarebbero “60 gli alberi da tagliare su 120 presi in esame, come scritto nelle relazioni tecniche, di cui 42 sul lato collina per fare i nuovi parcheggi, 12 sul lato mare per il progetto ciclabile. 3 già abbattuti per gravi problemi fitosanitari e altri 3 da abbattere”.
“Il viale di Silvi cesserà di esistere con la sua suggestiva immagine di tunnel verde perchè, come spiegato nelle relazioni, la compensazione con nuovi alberi non è prevista sul viale stesso. Essa sarà invece eseguita in altri posti, rintracciando un’area idonea per una pineta pubblica. In pratica si stravolgerà un paesaggio storico, il viale marino più bello d’Abruzzo, il tunnel verde mediterraneo dove si alternano Pini d’Aleppo, Pini domestici, Oleandri, Pitospori e Chamaerops humilis, il gioiello della Silvi perla dell’Adriatico che si è tramandato per decenni e generazioni. Un vero spettacolo per gli occhi e lo spirito. Basterebbe solo un restauro migliorativo. Insomma, siamo proprio sicuri che si stia parlando di sostenibilità ambientale? Una pista ciclabile non deve diventare un’autostrada che spiana paesaggi culturali o filari alberati. Quanto costerebbe a Silvi, in termini di perdita d’immagine turistica, lo smembramento di un gioiello così prezioso? Non siamo assolutamente contrari alla ciclabile che riteniamo un’opera necessaria e importante. Siamo contrari a un modo di operare che rischia di rovinare per sempre un bene paesaggistico caratterizzante il nostro Abruzzo costiero. Il giusto connubio tra viale alberato pittoresco e pista ciclabile è la giusta soluzione ‘sostenbile’ che identifica una città evoluta proiettata verso il futuro con positività e bellezza”.
LE PRECISAZIONI DELL’ASSESSORE PAMELA GIANCOLA. Ad intervenire nella discussione, rimbalzata anche sui social, è l’assessore ai lavori pubblici del Comune di Silvi, Pamela Giancola. “Premetto che Conalpa nella sua dichiarazione ha omesso di riferire che la documentazione tecnica e amministrativa visionata dai suoi rappresentanti si riferisce al progetto definitivo e non a quello esecutivo che, rispetto al primo, presenta diverse modifiche. Prima di entrare nella progettazione esecutiva abbiamo rimesso sotto la lente di ingrandimento ogni minimo particolare, poiché siamo consapevoli che ci troviamo di fronte a un’opera che può cambiare in maniera anche importante la fisionomia del nostro lungomare. Non perché quella che l’ha caratterizzata negli ultimi 90 anni non é più di moda, ma perché le condizioni generali dei luoghi e di tutto ciò che sta in essi stanno perdendo, per loro stessa natura, i requisiti oggettivi per una loro naturale sopravvivenza.
La situazione dei pini e delle altre essenze arboree del lungomare presenta alcune criticità che sono davanti agli occhi di tutti. Parecchi pini sono arrivati alla fine della loro vita, altri sono pericolosi per il traffico veicolare e pedonale, altri creano seri problemi a edifici e marciapiedi. Per questo motivo, prima di procedere abbiamo chiesto a un agronomo di fare le necessarie indagini strumentali per avere un quadro generale della situazione. Dagli esiti dell’indagine è emersa chiara la prospettiva di vedere scomparire del tutto i pini dal nostro viale nel giro di alcuni anni. Di fronte a questa prospettiva abbiamo rimesso in gioco l’intera pianificazione della realizzazione della pista ciclabile inserendola in una visione globale di intervento ipotizzando un nuovo sistema del verde proiettato a quella che potrebbe essere la situazione tra 30 anni. E’ ovvio che sarà inevitabile il taglio di un certo numero di pini, di quelli che sono giunti alla fine della loro vita, di altri che secondo l’agronomo sono pericolosi, di quelli che non consentono una visione ottimale per l’immissione dei veicoli nelle diverse carreggiate, di quelli che non permettono il passaggio dei pedoni sui marciapiedi, oltre a quelli che costituiscono motivo di conflitto con i cittadini perché danneggiati dall’invadenza delle radici dei pini fin sotto le mura di casa.
La pista ciclabile, in questo contesto si adatterà alle esigenze reali della città e dei cittadini e i pini e le aiuole saranno guardati come beni da salvaguardare nella misura in cui sono in grado di assicurare la loro funzione e non rappresentano un pericolo. Ecco, perché la pista ciclabile è diventata davvero un’occasione irripetibile per intervenire sulla pianificazione del verde del lungomare garantendo la sicurezza per i cittadini e, nello stesso tempo, il suo mantenimento, anzi incrementandone vistosamente gli standard. L’impegno che per ogni pianta abbattuta ne saranno piantati almeno altri due, non è un semplice slogan, ma una promessa che facciamo a noi stessi e ai nostri figli. Non solo, ma la maggioranza si è impegnata a riservare nel programma triennale finanziario comunale 100.000 euro per la ricostruzione ottimale del corridoio verde del lungomare che sta mostrando tutti gli anni che ha”