Sembra essere questo l’epilogo di una riunione convocata questa mattina dal patron dell’azienda di Colonnella, Antonio Di Murro, alla quale avrebbe preso parte un’organizzazione sindacale.
La vicenda, rimbalzata da un comunicato, ha subito generato una reazione da parte delle sigle sindacali Fim Cisl e Fiom Cgil, che ricordano che i precedenti impegni sottoscritti dinanzi alla prefettura, oltre agli innumerevoli in azienda, formali e informali, non sono mai stati rispettati in precedenza.
“Inutile quindi esprimere giudizi sulla credibilità delle firme apposte sotto questi impegni. Inutile anche chiedere che fine abbiano fatto il bonifico in arrivo dall’Inghilterra con tanto di “mail” della banca, i diversi conti correnti aperti all’occorrenza per i tanti “imminenti” pagamenti, gli sgravi del “decreto rilancio” o cosa sia nel frattempo accaduto ai conti correnti pignorati e tramite quali nuovi canali saranno effettuati i sopra richiamati pagamenti”, si legge in una nota.
“Ma, visto che c’è chi crede vi possa essere un ravvedimento nelle intenzioni e nei fatti, aspetteremo il 16 settembre in attesa che arrivino i frutti sperati.
“Nel frattempo, però, se non avverrà preventivamente il pagamento integrale delle spettanze arretrate per tutte le maestranze (non dimenticando anche chi è visto costretto a rassegnare le proprie dimissioni senza vedersi riconosciuto ancora un euro di retribuzioni e competenze di fine rapporto), nessuno pensi si possa riprendere alcun tipo di attività. Tantomeno qualcuno si illuda che sarà consentito il pagamento di una parte di lavoratori, magari quella necessaria per la (presunta) ripresa dell’attività, lasciando ancora senza soldi chi rimarrà fuori. Saremo pronti, sia con lo sciopero che con il blocco dello stabilimento, a far di tutto affinché questi sciagurati disegni non trovino compimento.
E ci auguriamo che tali disegni non siano stati oggetto di accordi nella riunione di oggi, anche se, al contrario, fatichiamo a capire quale sia altrimenti la necessità di tenere un incontro entro la prima settimana di settembre se i soldi “arriveranno” non prima del 15. Che cosa si valuterà prima del 15? Quali sono gli altri impegni, non chiariti, che l’azienda avrebbe assunto?
Così come ci auguriamo che nessuno consideri una vittoria l’attivazione della cassa COVID: un ammortizzatore sociale previsto per superare un’emergenza sanitaria non è certo lo strumento adatto per superare chi si è rivelato una sciagura imprenditoriale”.