Tradotto in soldoni: l’ATR non ha versato la quota integrativa obbligatoria, prevista del contratto collettivo nazionale di lavoro e i lavoratori (senza stipendio da 5 mesi) e i loro familiari non potranno al momento godere dell’assistenza sanitaria integrativa (gratuita). Oltre al danno la beffa verrebbe da dire per la maestranze dell’azienda di Colonnella, che negli ultimi giorni hanno scoperto di non poter fruire del fondo di assistenza sanitaria proprio per l’inadempienza dell’azienda.
“Solo 10 giorni fa l’amministratore di ATR” scrivono in una nota Samuele Puglia (responsabile Welfare Fim di Teramo), Marco Boccanera (Fim Cisl) e Mirco D’Ignazio (Fiom Cgil), “Antonio Di Murro, ribadiva a mezzo stampa di riorganizzazione aziendale, ammodernamento dei plessi industriali e di riportare l’azienda a livelli di efficienza e competitività. Purtroppo erano solo parole: oggi abbiamo assistito al danno, forse più grave, fatto ai lavoratori”.
“Fino ad oggi i lavoratori hanno dovuto “tirare a campare” perché con le promesse non si possono pagare le bollette né tantomeno la spesa ma almeno erano in copertura con Mètasalute, il Fondo di Assistenza Sanitaria Integrativa dell’Industria metalmeccanica”.
Ma da un paio di giorni la copertura è sospesa. E parliamo di cifre non certo straordinarie: 13 euro al mese per ogni dipendente, che mensilmente cubano circa 1200 euro.
“Grazie alla copertura assicurativa del fondo, tutti i lavoratori, già messi in ginocchio da promesse non mantenute, sono riusciti ad effettuare cure sanitarie senza esborso di soldi”,prosegue la nota.
“Il danno apportato alle maestranze e alle loro famiglie è enorme, basti pensare alla miriade di prestazioni annullate a causa di questa omissione contributiva. Ci sono lavoratori che non possono effettuare delle visite specialistiche cardiologiche e pneumologiche, ci sono lavoratrici che non posso confermare gli appuntamenti per i pacchetti prevenzione donna, ci sono minori che hanno dovuto sospendere le cure odontoiatriche per non parlare di tutte quei lavoratori che, sapendo di essere in copertura, hanno iniziato percorsi fisioterapici o hanno ordinato delle lenti a contatto o occhiali da vista.
Di Murro, dopo aver fatto perdere il lavoro, i soldi, la dignità, è riuscito anche a togliere la possibilità di effettuare le cure sanitarie a tutte le lavoratrici e lavoratori dell’ATR Group”.
Tutto questo prende forma alla vigilia dell’incontro in Regione per definire gli aspetti legati ammortizzatori sociali.