Roseto. Circa 3mila dosi di cocaina cedute in soli tre mesi, con un giro di affari di oltre 200mila euro.
I carabinieri della stazione di Roseto, coordinati dal luogotenente Giuseppe Tarantino, hanno smantellato una delle centrali di spaccio più attive della costa al termine di una indagine scattata a gennaio con servizi di appostamento e intercettazioni ambientali che hanno alla fine portato all’arresto di Donato Saccia, 66 anni, origini pugliesi, e della moglie Laura Di Rocco, di etnia rom.
Quest’ultima ha ottenuto i domiciliari perché considerata figura marginale rispetto al marito che muoveva le fila della centrale. La loro villetta in mattoni, in via del Mare nella zona nord di Cologna Spiaggia, a poche decine di metri dagli argini del fiume Tordino, era diventata il fulcro di centinaia di tossici residenti tra Roseto e Giulianova, ma anche nei comuni dell’entroterra. I militari in tre mesi hanno documentato il continuo via vai, con una maggiore frequentazione soprattutto a ridosso di ogni fine settimana. Raccolte così tante prove, relazionando di volta in volta la Procura di Teramo con la richiesta infine da parte del Pm Enrica Medori degli ordini di custodia cautelare emessi successivamente dal Gip Lorenzo Prudenzano.
L’accusa è di spaccio di sostanze stupefacenti. In mattinata la notifica dei provvedimenti restrittivi, in carcere per Donato Saccia, ai domiciliari per la moglie Laura Di Rocco. Donato Saccia è lo zio di Claudio che due settimane fa aveva ricevuto la visita della Guardia di Finanza nella sua villa a Piane Tordino per un’indagine legata all’usura. I militari hanno eseguito anche una perquisizione nella villa di via del Mare con l’ausilio dell’unità cinofila dei carabinieri di Chieti. In azione Baghera, una femmina di 4 anni di pastore tedesco nero.
Trovate solo poche dosi di cocaina perché comunque, secondo gli investigatori, la polvere bianca era già stata piazzata nello scorso fine settimana. Si tratta del secondo colpo inferto dai carabinieri di Roseto alle organizzazioni dello spaccio a Cologna. Più di un anno fa a finire nella rete degli investigatori un’altra famiglia rom, residente in via Romualdi a Piane Tordino.