Teramo. Con la chiusura delle scuole e la mancanza di provvedimenti a sostegno dei genitori e delle famiglie, anche migliaia di lavoratrici e lavoratori in tutta la provincia di Teramo stanno avendo problemi non sapendo a chi lasciare i propri figli durante le ore di lavoro.
Per questo, domani, martedì 2 marzo 2021, dalle 16 alle 17 la Cgil ha organizzato un flash mob davanti alla Prefettura di Teramo, occasione utile anche per consegnare al Prefetto una formale richiesta da parte del sindacato.
“Riceviamo tantissime richieste di informazioni sul come gestire questa necessità, a quali strumenti normativi fare affidamento”, scrive Giovanni Timoteo, segretario della Cgil di Teramo. “Ma, purtroppo, ancora una volta possiamo solo rilevare l’inadeguatezza di una disposizione che cambia un contesto senza prevedere e fornire le opportune coperture per tutte le conseguenze che ne derivano come, nel caso della chiusura delle scuole, per la necessaria gestione dei bambini e dei ragazzi. Anche così, la pandemia continua a colpire le fasce più deboli della popolazione: le donne e le lavoratrici madri in particolare che, ancora una volta, si ritroveranno a dover scegliere tra il proprio lavoro o la cura dei figli rischiando di peggiorare ulteriormente la loro condizione e quella dell’occupazione femminile anche della nostra provincia. Questo non è accettabile!”.
“Per questo chiediamo con urgenza, in primis alla Regione Abruzzo, di assumere un’iniziativa e un impegno che permetta il diritto dei bambini a stare a casa con almeno un genitore, consentendo permessi straordinari ad uno dei due. È importante permettere, con una norma speciale, che almeno uno dei due genitori possa rimanere a casa. Conciliare lavoro e famiglia in questo contesto emergenziale è fondamentale. Tale urgenza”, specifica la nota della Cgil, “si giustifica anche con la scarsa efficacia di eventuali provvedimenti che dovessero prevedere retroattività: in particolare per precarie e precari e per chi opera nel settore privato, è necessario che si trovino fin da subito soluzioni concrete. Per queste donne e uomini e per la loro condizione di lavoro, è inimmaginabile che si fruisca oggi di benefici che, forse, in futuro troveranno definizione e codifica”.