Negli ultimi giorni, odori nauseabondi a parte, si sono verificati due fatti nuovi: la diffida del sindaco alla società e l’esposto presentato alla procura, attraverso i carabinieri, con la richiesta di sequestrare l’impianto. Nel frattempo, però, il Tar ha rigettato il vecchio ricorso del Comune, che si opponeva alla proroga decennale dell’autorizzazione ambientale (AIA), rilasciata dalla Regione nel 2016.
E su queste argomentazioni, il gruppo guidato dal capogruppo Eleanna Pandofelli torna a chiedere al sindaco Pollastrelli, massima autorità sanitaria locale, ” di “mantenere le promesse di tutela della popolazione dai miasmi che appestano varie zone del territorio.
Già ne 2013 dichiarò alla stampa che avrebbe provveduto seriamente, anche con la chiusura dell’attività se i cattivi odori non fossero cessati. Sono passati sette anni, la situazione è peggiorata ed è ora di intervenire. Come Autorità Sanitaria locale, che vive sul territorio, ha il dovere di tutelare la popolazione residente”.
Nei giorni scorsi, il gruppo consiliare ha trasmesso una nuova e dettagliata richiesta di controlli nella zona. Missiva inviata al sindaco di Colonnella, alla Asl, Arta e prefetto di Teramo. E per conoscenza ai sindaci di una serie di municipalità limitrofe: Martinsicuro, Controguerra, Monteprandone e Monsampolo.
“Basta promesse, basta delegare ad altri enti o autorità”, incalza il gruppo di minoranza, ” ora tocca al sindaco. E’ tempo di agire”. E nella nota diffusa il gruppo di opposizione ripercorre alcuni dei passaggi della vicenda. Parlando di spirito collaborativo (le 1300 firme raccolte di cittadini che lamentavano i cattivi odori), e la richiesta di una perizia tecnica, sulla quale poi adottare provvedimenti.
“Il sindaco ha sempre risposto che prima bisognava attendere l’esito del Tar, ” si legge ancora. “Ora però il tribunale amministrativo e a chiare lettere ha detto che il comune non ha fornito alcun rilievo strumentale oggettivo nel fornire parere negativo sul piano sanitario.
Ma come? Allora abbiamo aspettato invano? Quando sostenevamo di fare una perizia forse avevamo ragione? A questo punto, dopo tutte le richieste fatte come minoranza e non ascoltate, non ci resta che chiedere all’Autorità Sanitaria locale, ovvero al nostro Sindaco, che dovrebbe conoscere effettivamente il problema vivendo sul territorio, di tutelare la popolazione.
La situazione è particolarmente delicata, bisogna agire. Lo chiediamo altresì, al consigliere e all’assessore di zona che sono in maggioranza e che hanno il dovere di rappresentare la problematica e di essere incisivi e propositivi”.
Le proposte. Chiedere alla ASL una valutazione sanitaria riguardante le conseguenze sulla salute pubblica derivanti dalle emissioni odorigene legate ai problemi psico-fisici e alla vita di relazione.
Chiedere all’ARTA di monitorare le emissioni attraverso un laboratorio mobile che attraversi il territorio in diverse ore della notte e del giorno.
Provvedere ad emanare un’ordinanza temporanea, in attesa dei rilievi, in cui chieda alla Stam di eliminare i cattivi odori.
“Ricordiamo al sindaco che un impianto efficiente, che adotta di fatto tutte le cautele, gli odori e le emissioni delle varie sostanze dovrebbero essere pressoché par i a zero, essendo la soglia di percezione umana estremamente variabile da persona a persona. La minoranza appoggerà,
anche in consiglio comunale, ogni azione concreta e non mancherà il supporto della popolazione. Ma basta con il rimpallo delle responsabilità. La tutela dei cittadini viene prima di tutto”.