“Non un caso isolato, ma il segno di una persistente, chiamiamola così, grave disattenzione nei confronti delle aree protette presenti in Abruzzo”. Il WWF commenta così le recenti vicende legate al rinnovo di consiglio direttivo e Presidente dell’Area Marina Protetta Torre del Cerrano, “punta dell’iceberg rispetto al problema più generale delle nomine per gli organi di gestione, nodo che riguarda anche altri Parchi”.
“I problemi non sono limitati alla area Torre del Cerrano. In alcune delle altre grandi aree naturali protette presenti in Abruzzo, la situazione per certi versi è ancora più grave. Il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise è privo di un Consiglio Direttivo da aprile 2020 e opera solo attraverso un Presidente. Stessa situazione nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga dove il Consiglio Direttivo manca dal gennaio 2020. Anche qui la governance dell’Ente è affidata al solo Presidente. Va meglio nel Parco Nazionale della Majella nel quale sono in carica un Presidente e un Consiglio Direttivo, ma dove dal 2018 opera un direttore facente funzioni che ne ha sostituito uno part-time (in “condivisione” per quattro anni con il Parco Regionale Sirente-Velino), a differenza dei Parchi d’Abruzzo e del Gran Sasso dove un direttore regolarmente nominato c’è”.
“Del tutto paradossale invece proprio la situazione del Parco Regionale Sirente-Velino commissariato dal 2015: una condizione ingiustificabile, contraria alle leggi nazionali e regionali sulla composizione dei consigli direttivi dei parchi e aggravata dal fatto che in Regione è in discussione una legge che vorrebbe tagliare 8.000 ettari di parco. Concludiamo con il Parco Nazionale della Costa Teatina: qui non solo manca la governance, ma manca proprio il Parco nonostante sia stato istituito nel lontano 2001 e un commissario di Governo, nominato appositamente, abbia predisposto una perimetrazione nel 2015. Da allora è tutto fermo”.
“Come WWF – dichiara Dante Caserta, vicepresidente del WWF Italia – non entriamo nel merito sulle scelte del Ministero dell’Ambiente, della Regione e degli enti locali riguardo presidenti, consigli di gestione e direttori: ci limitiamo a chiedere che vengano nominate persone con competenze ed esperienze legate alle aree naturali protette, alla tutela della biodiversità e allo sviluppo sostenibile dei territori. Nel caso dei parchi abruzzesi ci troviamo però di fronte alla mancanza di scelte che in alcuni casi si trascina da anni! Senza nulla togliere a chi sta ricomprendo ruoli con impegno e competenza, è evidente che il rispetto di quanto prevede la legge in merito alla nomina e alla composizione di presidenze, consigli direttivi e direttori dovrebbe essere un obiettivo della politica nazionale, regionale e locale. I parchi non devono diventare terreno di scontro tra le varie compagini politiche, ma al contrario devono essere laboratori gestionali dove porre al primo posto il bene comune, qual è l’ambiente in cui viviamo. Determinati ritardi, oltre che essere ingiustificabili da punto di vista legale e amministrativo, non facilitano l’importante lavoro che le aree protette devono svolgere, sia dal preminente punto di vista della conservazione che da quello della corretta valorizzazione dei territori”.