Carenze idriche, la soluzione per Val Vibrata da tre pozzi di captazione. Lo studio

Martinsicuro. L’approvvigionamento idrico di alcune zone del territorio, soprattutto nella zona nord ovest della provincia Teramana, sembra passare attraverso la realizzazione di tre pozzi di captazione nella zona montana.

 

In una fase decisamente complessa per la rete idrica (tra inchieste, dubbi sul sistema Gran Sasso e altri aspetti), riaffiora, ora in maniera concreta, uno studio commissionato dal Ruzzo anni fa ad un’equipe di esperti che la possibilità di approvvigionare una parte del territorio (la costa nord, la Val Vibrata e altre zone dell’entroterra) attraverso il ricorso di pozzi di captazione.

Lo studio, che ora necessita solo di essere aggiornato, prevede la realizzazione di tre diversi pozzi di captazione (Valle Castellana, Macchia da Sole e in una zona tra Civitella del Tronto e Campli) con una spesa di circa 3milioni di euro. Fondi che sarebbero anche disponibili (oltre 2 milioni di euro dalla Regione e dalla restante parte dal Ruzzo).

“Questo tipo di intervento”, sottolinea il geologo Giovanni Marrone, tra i professionisti che ha realizzato lo studio, “ andrebbe a risolvere una serie di criticità nell’erogazione idrica in alcune zone del territorio. Attraverso un riequilibrio nei flussi dell’acqua, che ora arrivano solo dal Gran Sasso”. Tale tipo d’intervento, sempre nella montagna dei Fiori, ma sul versante ascolano, è stato già effettuato dal consorzio idrico marchigiano.

 

Ora sono in tanti ad attendere un identico percorso in Abruzzo da parte della dirigenza del Ruzzo.

 

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