Campli. Rinvenuta e poi sequestrata per le verifiche del caso la carcassa di un lupo appenninico che si sospetta possa essere stato avvelenato.
Questa mattina, in seguito ad una segnalazione, una pattuglia della stazione dei carabinieri forestale di Campli ha recuperato la carcassa dell’animale selvatico nella zona di Casa Grifoni, a Campovalano.
Dopo una breve perlustrazione dell’area i militari hanno rinvenuto la carcassa dell’animale, un bell’esemplare di lupo appenninico maschio, adulto, in ottimo stato di conservazione ma con segni riferibili ad una presunta morte per avvelenamento (opistotono, estensione e rigidità degli arti, occhi spalancati) avvenuta, presumibilmente, poche ore prima il rinvenimento dell’animale, appartenente alle specie particolarmente protette. I militari hanno proceduto a geo-referenziare il sito di rinvenimento della carcassa di lupo e ad attivare le procedure operative previste. Non avendo contezza sulle cause di morte, i carabinieri hanno effettuato il sequestro probatorio della carcassa, il suo prelievo ed il successivo trasferimento della stessa presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Teramo per gli accertamenti anatomo-patologici di rito. Il prelievo ed il trasporto è avvenuto nel rispetto della normativa vigente in materia.
Le indagini sono coordinate del tenente colonnello Cassandra Vantini, comandante del NIPAAF di Teramo, in attesa dei referti dell’Izs.
Nell’ultimo periodo i Carabinieri Forestale di Teramo hanno effettuato diversi interventi di questo tipo per contrastare il fenomeno, purtroppo in fase di recrudescenza, dell’utilizzo di esche e bocconi avvelenati, anche mediante l’intervento tempestivo del Nucleo Cinofilo Antiveleno. Per questo motivo si stimolano i cittadini a svolgere sempre più il ruolo di sentinella del proprio territorio anche mediante la segnalazione al numero di pronto intervento ambientale 1515 di qualsiasi situazione che possa sembrare. I Carabinieri Forestali infine sono sempre a disposizione delle Autorità Locali per il supporto nelle operazioni di bonifica dei siti interessati da tale fenomeno, secondo quanto previsto dall’ordinanza del Ministero della Salute del 12 luglio 2019 “Norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o di bocconi avvelenati”.