Non solo Federcaccia Abruzzo ma anche Enalcaccia Abruzzo prende posizione a favore dell’ultimo ricorso al tribunale amministrativo regionale presentato dall’Associazione venatoria. Una presa di posizione in contrasto con le dichiarazioni del presidente provinciale di Enalcaccia, dichiarazioni che mettono in evidenza le difficoltà di dialogo interne e soprattutto la mancanza di analisi sulle problematiche che investono la caccia e i cacciatori.
Non ci sono perplessità o incertezze: Federcaccia si è opposta al ricorso del Wwf sapendo che la Regione è in linea con i desiderata del Wwf e delle altre associazioni che cercano di ostacolare la stagione venatoria e che hanno, insieme alla Regione stessa, l’obiettivo di non aprire la caccia nel mese di settembre, cosa invece prevista dalla L. 157/92 e dalla L.R. 10/2004. Il ricorso che Federcaccia ha prodotto ha fatto sì che il Tar abbia avuto i dati corretti che hanno fatto, in concreto, rigettare nella quasi totalità il ricorso ambientalista.
Un ricorso importante, al punto in cui l’assessore Pepe, partecipando a un programma di una emittente televisiva, ha pubblicamente ringraziato Federcaccia per il prezioso contributo apportato nella discussione al Tar e che ha contribuito a che fosse positivo per l’Abruzzo.
Federcaccia ha quindi provveduto a presentare un secondo ricorso al Tar per ripristinare la legalità e tornare ad essere una Regione al passo con le altre Regioni italiane. Una Regione in linea con le leggi sopra richiamate. Il ricorso è pubblicato sul sito www.federcaccia.it. L’invito che facciamo a Giuseppe Olivieri, Massimo Sordini e Gabriella Piccinini è quello di leggerlo affinché si rendano conto che Federcaccia tutela la caccia e i cacciatori nel rispetto delle leggi, della costituzione, dell’ambiente e della fauna.
Un punto non meno importante che vogliamo suggerire ai responsabili provinciali di Enalcaccia, Libera Caccia e Arcicaccia è quello di informarsi su quelle che sono le posizioni dei loro organismi regionali, che sono perfettamente in linea con quelle di Federcaccia e che sono state ufficializzate nella Consulta regionale di aprile scorso. In quell’occasione è stato aspramente criticata la bozza di calendario venatorio presentata alla Consulta dall’assessore Dino Pepe e all’unanimità, con agricoltori, ambientalisti, rappresentanti dei parchi e Province, hanno chiesto ed ottenuto che l’Ufficio Caccia Regionale adeguasse il Calendario ai suggerimenti di tutti i consultori. Sempre all’unanimità dei consultori fu chiesto all’assessore Pepe di assumere l’impegno di riportare in Consulta il Calendario definitivo. Mai promessa fu più disattesa, la Consulta non è stata più convocata, e quindi l’attuale calendario venatorio è privo del parere dovuto e pertanto illegittimo.
I rappresentanti provinciali delle tre associazioni hanno preso le distanze non da Morelli o da Federcaccia, loro hanno rotto definitivamente il collegamento con le caccia e i cacciatori. Ci è parso giusto chiarire la posizione di Federcaccia ed Enalcaccia alla luce di voler tutelare i diritti dei cacciatori e non, come asserito da qualcuno, di voler fare politica. Politica lagna chi vuole fare da sponda all’assessore Pepe, a prescindere dalla tutela della caccia e dei cacciatori.