Lo fanno scrivendo tra gli altri a Regione Abruzzo, Baltour, Prefettura di Teramo e Comune di Teramo.
“La società lamenta, a suo dire, una già carenza di fondi per l’espletamento dell’esercizio del trasporto pubblico locale nella Città di Teramo – dicono i sindacati – Preso atto delle dichiarazioni aziendali, verbalizzate, inerenti la scelta di Regione Abruzzo che trasformerebbe il regime concessorio in affidamento dei servizi a costi ulteriormente decurtati; condizione dalla quale si evince l’impossibilità di avvicinamento tra le parti qualora si consolidi tale dinamica. Preso atto anche della gravissima paventata rinuncia da parte della società ad accettare tali affidamenti dei servizi, attualmente da essa eserciti, con evidenti ricadute occupazionali e sulla garanzia del trasporto pubblico di Teramo. Preso atto che la società è già risultata manchevole nella puntuale corresponsione delle mensilità. Preso atto che ad oggi risultano ancora da sanare i versamenti a carico della società delle quote inerenti il Fondo di Previdenza Complementare (Priamo). Preso atto che nonostante già oggetto di altri incontri risulterebbero ancora assenti alcune figure tecnico-organizzative previste per la gestione del trasporto pubblico, oltre che la carenza di operatori di esercizio nonché di un esplicito e trasparente organigramma aziendale, inerente gli Addetti al TPL Servizio Urbano di Teramo”, la decisione di andare avanti con la seconda fase.