Atri, emergenza coronavirus. Il sindaco Ferretti: “Restare a casa e un plauso va a medici e infermieri del San Liberatore”

“Restare a casa, osservare rigorosamente la quarantena per evitare di contagiare altre persone”. E’ l’appello del sindaco di Atri Piergiorgio Ferretti dopo aver appreso che alcuni soggetti trovati positivi al CoVid19 sono stati notati in giro per la città.

Un comportamento sciagurato che mette a rischio la salute di una intera comunità. Il primo cittadino atriano attraverso la sua pagina facebook ha rivolto nuovamente un accorato appello affinché tutti rispettino le regole. Il distacco sociale è la migliore arma per combattere il coronavirus. I risultati stanno dando ragione perché il numero dei contagiati diminuisce.

“Questo significherebbe alleggerire il peso dei nostri ospedali”, ha puntualizzato Ferretti, “e consentire di giungere alla seconda fase che prevede di fare un maggior numero di tamponi sui soggetti a maggior rischio e su quelli posti in quarantena a sorveglianza attiva, condizione imprescindibile per poter iniziare ad intravedere una graduale ripresa. Gli sforzi che richiedo ai cittadini in questa fase cruciale riguardano principalmente i propri spostamenti che devono essere il più possibile evitati e limitati ai casi di effettiva necessità”.

Il sindaco ha quindi ricordato quali siano i motivi validi per uscire di casa: fare la spesa per acquistare alimenti e altri beni di prima necessità che non deve assolutamente significare di sfruttare la possibilità di recarsi al supermercato o nei negozi che vendono tali beni come opportunità per uscire quando e come si vuole, perché anche in tale circostanza è necessario limitare al massimo le uscite dalle proprie abitazioni.

Intanto il sindaco loda il lavoro che stanno svolgendo medici ed infermieri e tutti gli operatori sanitari del San Liberatore e condivide in pieno il pensiero del consigliere regionale Emiliano Di Matteo che recentemente ha ribadito l’importanza e il ruolo degli ospedali periferici che se fossero stati ridimensionati per fare spazio all’ospedale unico oggi la sanità sarebbe al collasso.

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