Atri. “Sono intervenuti in piena notte per iniziare la rimozione della discarica di letame che da anni persisteva ad Atri, su un terreno situato lungo la strada provinciale 27 Casoli-Scerne, dopo Via degli Orti, di oltre duemila metri quadrati a due passi da abitazioni, terreni agricoli regolarmente coltivati a biologico e dai canali di scolo dell’acqua piovana e dalle condotte di irrigazione”. Lo annuncia il Comitato Cittadino Difesa del Territorio di Atri che proprio ieri, 6 dicembre, ne aveva denunciato pubblicamente l’esistenza.
“Evidentemente spinti dalla pubblicazione della notizia gli autori di quello scempio si sono affrettati a intervenire per far sparire le ‘prove’ e scongiurare gli effetti di un eventuale o potenziale intervento delle Autorità di Polizia o giudiziarie contro quella che è stata e resta una vergogna, oltre che un’emergenza ambientale”.
“La notte scorsa all’improvviso il silenzio è stato rotto dal rumore dei motori di mezzi pesanti che hanno cominciato il loro via vai dal terreno incriminato. È stata sufficiente una minima verifica per renderci conto che quei mezzi stavano portando via il letame, all’improvviso, dopo l’uscita delle prime notizie della denuncia del nostro Comitato sui giornali. E quegli stessi mezzi hanno continuato a lavorare per tutta la giornata, portando via una quantità incalcolabile di feci. Peccato che il lavoro si sia svolto in barba alle minime norme igienico-sanitarie, senza alcun preavviso per i residenti della zona, senza l’adozione di alcuna misura a protezione sia dei lavoratori che dell’area circostante, trascinando con le ruote quello stesso letame ovunque, tanto che al momento la stessa via di transito è sostanzialmente impraticabile, oltre che danneggiata dai mezzi”.
“Ora, purtroppo è fin troppo facile desumere che tale operazione, avvenuta all’improvviso e in piena notte, dopo anni di indifferenza e di decine e decine di segnalazioni inoltrate alla Asp 2, proprietaria del terreno, oltre che al Comune di Atri e alla Regione, tutte puntualmente ignorate e cadute nel vuoto, abbia avuto l’unico obiettivo di far sparire le tracce di quella collina di feci e liquami, oltre che dell’odore pestilenziale che da anni attanaglia le nostre case”.
La ‘battaglia’ non si ferma. “Ovviamente il Comitato cittadino costituitosi per la Difesa del Territorio di Atri, pur esprimendo soddisfazione per il risultato ottenuto, non ha alcuna intenzione di chiudere la vicenda. A oggi ancora non sappiamo chi sia stato l’autore di quella discarica di letame sul terreno della Asp 2, presieduta dall’avvocato Giulia Palestini e con l’ex sindaco di Atri, Gabriele Astolfi, che oggi riveste la carica di direttore, non sappiamo se sia stata addirittura autorizzata dalla Asp 2, che comunque avrebbe avuto il dovere di vigilare ed evidentemente non lo ha fatto. Non sappiamo neanche chi sia stato oggi a rimuovere quella discarica, che però per anni è stata a ridosso della rimessa dei mezzi del Ricciconti e a causa delle piogge, ha dato vita a un fiume di percolato che ancora oggi si sta disperdendo nei terreni vicini, coltivati in biologico, e sta raggiungendo il canale di scolo di acque piovane e di irrigazione. Non solo: il gigantesco accumulo è stato realizzato sopra una delle condotte principali dell’Aca che rifornisce le città di Atri, Pineto e Silvi. E ora noi quelle risposte le pretendiamo, vogliamo sapere perché per anni abbiamo dovuto convivere con una montagna di letame sotto le nostre case e chiediamo che vengano individuati i responsabili di tale scempio, che dovranno far sapere anche come e dove hanno eventualmente smaltito in meno di ventiquattro ore quella quantità spropositata di letame”.